Mediaset sarebbe pronta a stringere un accordo con Vivendi ma soltanto se favorirà la crescita dell’emittente italiana. Lo ha dichiarato oggi l’amministratore delegato del gruppo media quotato in Borsa, Pier Silvio Berlusconi. Berlusconi Junior ha precisato di non essere invece interessato a un’operazione che veda implicata anche Telecom Italia.
In un primo momento sembrava che i due gruppi dovessero allearsi con una partecipazione incrociata ma Vivendi si è tirata indietro all’ultimo momento, citando i dubbi sul servizio Premium, rimettendo in causa l’intesa iniziale di luglio. Da allora le due società sono impegnate in un braccio di ferro giudiziario. Con un blitz il patron di Vivendi Vincent Bolloré è salito in poco tempo al 28,8% del capitale di Mediaset, diventando di fatto il secondo azionista dietro alla famiglia dell’ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. La dirigenza e proprietà di Mediaset vede nelle azioni del tycoon francese la volontà di una scalata ostile.
Per la famiglia Berlusconi una soluzione ideale potrebbe passare per lo scambio della sua partecipazione del 41,3% in Mediaset contro una quota in Telecom Italia, di cui Vivendi è l’azionista di maggioranza con il 23,9% del capitale. Ma Pier Silvio Berlusconi ha precisato che per ora da Vivendi non è arrivata alcuna proposta di questo tipo e che Arnaud de Puyfontaine, presidente del board del gruppo francese, si è limitato a fare un “riferimento vago” a un possibile accordo che coinvolge anche Telecom.
Intanto Mediaset è attiva su più fronti. La fase in cui Mediaset Premium doveva limitare l’espansione di Sky può dirsi conclusa e ora la strategia del gruppo nella tv a pagamento è cambiata e prevede limiti molto chiari in termini di costi e una riduzione significativa degli investimenti sui diritti del calcio. Lo ha reso noto il management di Mediaset nel corso della presentazione delle linee di sviluppo del gruppo televisivo al 2020.
Nel maxi piano di recupero dei profitti operativi, Premium viene indicato come l’asset da cui ci si attende il contributo più significativo nel triennio e cioè 200 milioni di euro di maggiore Ebit (468 milioni a livello di gruppo). Un analista presente al vaglio del piano ha parlato di “cura monstre” se si pensa che nei primi nove mesi del 2016 Premium ha perso circa 116 milioni di euro.
Sempre restando in ambito di pay per view, Mediaset non intende rinunciare alla partecipazione alle aste per i diritti televisivi per la Champions League del 2018-2021 e per la Serie A dello stesso periodo, tuttavia il gruppo ha puntualizzato che l’approccio a questi potenziali investimenti sarà di tipo opportunistico. Nella presentazione Mediaset ha chiarito di voler mirare a rendere Premium sostenibile anche senza dover fare affidamento sui lauti introiti provenienti dai diritti di trasmissione delle competizioni sportive.