Roma – L’Eba, alias Autorità bancaria europea, si è mostrata soddisfatta delle misure che le banche europee hanno adottato, al fine di aumentare i loro livelli di capitale, giudicati in precedenza insufficienti in alcuni casi.
Ma c’è qualcosa che continua a non quadrare affatto nel sistema finanziario del Vecchio Continente, come scrive il Wall Street Journal nel suo articolo dal titolo “Capital Questions linger in Europe”. In poche parole, “ci sono ancora interrogativi sul capitale” degli istituti europei.
Facendo un passo indietro, lo scorso dicembre l’Eba aveva ordinato a 31 banche di presentare piani per raccogliere €115 miliardi di mezzi freschi entro il mese di giugno: questo, al fine di smorzare i timori sulla solvibilità del settore bancario made in Europe. Ebbene, sembra che le banche abbiano fatto i loro compiti, visto che l’Authority ha ammesso nelle ore precedenti di aver ricevuto piani dalle dirette interessate, la cui attuazione dovrebbe sopperire ai deficit di capitale.
Istituti con la necessità di raccogliere capitale per almeno €78 miliardi hanno presentato infatti programmi per sopperire ai loro bisogni; dei €115 miliardi richiesti, gli altri €37 miliardi si riferiscono alle banche greche, che verranno ricapitalizzate attraverso i fondi di salvataggio e i finanziamenti erogati dai creditori.
Ma qual è il contenuto dei piani con cui le banche europee intendono raccogliere pù capitale? Secondo la stessa Eba, gli istituti sono intenzionati a recuperare il capitale necessario attingendo ai profitti conseguiti, o anche cancellando l’erogazione dei dividendi e convertendo strumenti di debito in azioni.
Tuttavia, poche sono davvero le banche che hanno annunciato misure più convincenti, come vendite di nuove azioni o eventuali smobilizzi di divisioni, misure che insomma smorzerebbero davvero i timori sul loro stato di salute. Il Wsj riporta che il caso di Unicredit, che ha proceduto a un aumento di capitale di €7,5 miliardi di euro, rimane ancora una delle poche eccezioni.
E questa riluttanza a lanciare misure incisive preoccupa gli analisti. “C’è un clima di ‘denial’, soprattutto da parte delle banche francesi e tedesche, che si rifiutano di aumentare i propri capitali e che in questo modo non aiutano l’intero settore, contribuendo a un credit crunch doloroso”, scrivono gli analisti di Mediobanca Securities, nell’articolo riportato dal Wall Street Journal.
L’Eba ha intanto aggiunto che quest’anno non ci sarà alcuno “stress test”: l’esame verrà effettuato infatti nel 2013.