Economia

Mega sanzione Enel Energia per telemarketing. Codacons chiede indennizzo utenti

Batosta per Enel Energia, che incassa una sanzione di oltre 79 milioni di euro dal Garante Privacy per le gravi carenze nei trattamenti dei dati personali di numerosi utenti del settore dell’energia elettrica e del gas, realizzati ai fini di telemarketing.

Cosa c’è dietro la sanzione

Si tratta della multa più alta applicata dalla stessa Autorità  e prende le mosse, secondo quanto annunciato dallo stesso regolatore, da un’indagine della Guardia di finanza a seguito della quale l’Autorithy aveva a suo tempo già applicato a quattro società sanzioni per 1 milione e 800mila euro e confiscato alcune banche dati utilizzate per attività  illecite.

“Dagli ulteriori accertamenti svolti dal Garante – si legge in una nota pubblicata sul sito Internet- è emerso che Enel Energia aveva acquisito ben 978 contratti dalle quattro società, nonostante queste non appartenessero alla rete di vendita della compagnia energetica. Inoltre, a seguito di successive ispezioni presso Enel Energia, l’Autorità ha accertato che i sistemi informativi destinati alla gestione dei clienti e all’attivazione dei servizi da parte della compagnia mostravano gravi carenze di sicurezza. Enel non aveva messo in atto tutte le necessarie misure per prevenire le attività illecite dei procacciatori abusivi che – individuando agevoli “porte d’ingresso” nei sistemi informativi della compagnia – hanno alimentato per anni un business illecito realizzato mediante chiamate di disturbo, promozioni di servizi e sottoscrizione di contratti senza reali vantaggi economici per i clienti. Alla luce delle gravi violazioni riscontrate, che nel corso del tempo hanno riguardato l’attivazione di almeno 9300 contratti, il Garante ha pertanto irrogato ad Enel Energia una sanzione di 79.107.101 euro, la più alta mai applicata dall’Autorità”.

Si difende la società, che ha confermato “di aver sempre agito nella massima correttezza e di aver sempre adottato tutte le misure idonee per garantire la sicurezza dei propri sistemi”. I gruppo ha inoltre annunciato che “ricorrerà in ogni sede opportuna, come già accaduto in passato, a tutela dei propri interessi, certa della correttezza del proprio operato”.

Plauso delle associazione dei consumatori

Esulta il Codacons che spiega in un nota: “Chiederemo ora ad Enel di avviare un procedimento per indennizzare tutti gli utenti coinvolti nella vicenda. Al di là delle sanzioni delle autorità, è evidente che in questi casi le multe non bastano più, ma servono meccanismi automatici di ristoro in favore dei soggetti lesi dagli illeciti, ossia i consumatori i cui dati personali sono stati usati in violazione delle norme. Crediamo sia giunta l’ora che le vittime del telemarketing siano risarcite dalle società sanzionate, e in tal senso chiediamo un confronto ad Enel volto a studiare le possibilità di ristoro per gli utenti”.

Secondo l‘Unione nazionale consumatori “finalmente una sanzione esemplare, che speriamo serva a scoraggiare altre società a analoghi comportamenti. Purtroppo, da qui a luglio, con la fine del periodo transitorio che portera’ alla fine del mercato tutelato anche per la luce, ci attendiamo una valanga di telefonate moleste”. Il Garante, nel comminare la sanzione ha motivato la decisione anche in virtù del fatto che Enel non aveva messo in atto tutte le necessarie misure per prevenire le attivita’ illecite dei procacciatori abusivi che – individuando agevoli ‘porte d’ingresso’ nei sistemi informativi della compagnia – hanno alimentato per anni un business illecito realizzato mediante chiamate di disturbo, promozioni di servizi e sottoscrizione di contratti senza reali vantaggi economici per i clienti”.

Anche Assoutenti si dice soddisfatta per la decisione e  afferma come “considerata l’entità degli illeciti contestati dal Garante e l’elevato numero di cittadini coinvolti, vogliamo un confronto immediato con Enel per capire di più circa la gestione dei dati degli utenti, al fine di rimuovere le criticità riscontrate ed evitare che in futuro si ripetano simili violazioni”.