Cina e Stati Uniti, con la Gran Bretagna che resiste nonostante la Brexit. Le città del futuro, dove la crescita di economia, reddito e popolazione sarà più forte nei prossimi anni, riflettono la geopolitica globale
L’Italia non c’è. È una delle prime cose che salta all’occhio scorrendo la classifica delle Global Cities 30, l’indice che viene aggiornato periodicamente da Schroders. Non stupisce l’assenza del Belpaese, nonostante realtà in crescita come Milano.
Le “global cities” sono però altra cosa. Tuttavia se ce l’ha fatta Monaco di Baviera, città simile per dimensioni e popolazione al capoluogo meneghino, significa che i futuro potremmo vedere anche qualche italiana in classifica.
Le big più big
L’indice Schroders Global Cities 30 viene stilato in base a un range di fattori che includono le proiezioni di crescita dell’economia, i redditi disponibili nel prossimo decennio e le dimensioni della popolazione.
Al vertice si trovano tre big: Los Angeles, che si conferma al primo posto rispetto alla classifica dello scorso anno. Londra che, a dispetto della Brexit sale e dal terzo passa al secondo posto. Hong Kong che invece perde una posizione ma si mantiene sul podio.
Stati Uniti, Gran Bretagna, Cina. Una fotografia della geopolitica globale. Commenta Hugo Machin, responsabile Global real estate securities di Schroders:
«Le città grandi anche dal punto di vista economico si posizionano bene nell’Indice, in quanto l’economia di scala si conferma una parte importante dell’analisi. Associare la generazione di idee alla dimensione di una città è il motivo per cui alcune metropoli riescono ad aggiudicarsi costantemente buoni punteggi e ad attrarre investimenti di lungo termine in asset reali».
«Le città più influenti – spiega un recente report sul tema di A.T.Kearney – posseggono un giusto mix di fattori come attività di business, capitale umano, scambio di informazioni, coinvolgimento politico e fattori culturali. L’impegno per lo sviluppo in aree come innovazione, trasparenza e scambio di informazioni determineranno la prossima generazione delle città più influenti al mondo».
Comprare casa o comprare un fondo?
Per partecipare allo sviluppo delle “città globali” si può acquistare immobili, investendo direttamente nel mercato immobiliare, o ricorrere ai fondi comuni. La seconda scelta permette di ovviare alle difficoltà che investire in città nelle quali non si vive. Inoltre i prezzi degli immobili in molte di queste città hanno raggiunto prezzi poco accessibili al singolo individuo.
Diversificazione, liquidità, riduzione dei costi complessivi e possibilità di investire in metropoli estere sono i vantaggi di utilizzare un fondo per partecipare al mega trend globale dell’urbanizzazione. Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, nel 2050 il 74% della popolazione globale vivrà in città.
Le 30 Global Cities secondo Schroders
- Los Angeles Stati Uniti
- Londra Regno Unito
- Hong Kong Hong Kong
- New York Stati Uniti
- Boston Stati Uniti
- Chicago Stati Uniti
- Shanghai Cina
- Pechino Cina
- San Francisco Stati Uniti
- Houston Stati Uniti
- Sydney Australia
- Singapore Singapore
- San Jose Stati Uniti
- Melbourne Australia
- Seattle Stati Uniti
- Atlanta Stati Uniti
- Parigi Francia
- Washington Stati Uniti
- Toronto Canada
- Dallas Stati Uniti
- San Diego Stati Uniti
- Baltimore Stati Uniti
- Shenzhen Cina
- Miami Stati Uniti
- Austin Stati Uniti
- Filadelfia Stati Uniti
- Phoenix Stati Uniti
- Monaco Germania
- Tokyo Giappone
- Brisbane Australia