Australia, Melbourne, distretto di Brighton. Il 5 giugno un uomo ha preso in ostaggio una donna in un condominio e ucciso un uomo che ha tentato di difenderla. La polizia ha negoziato con il criminale per alcune ore, intavolando una trattativa, ma ha poi deciso di fare irruzione. Alcuni agenti sono stati feriti. Durante il sequestro, l’uomo aveva chiamato un’emittente locale per affermare che il suo gesto era fatto in nome dello Stato Islamico e di Al Qaeda.
Quello che all’inizio poteva essere confuso con un atto di criminalità comune è stato rivendicato dallo Stato Islamico, come avviene in molti casi, attraverso l’agenzia di stampa dell’Isis, Amaq. Il killer si chiamava Yackub Khayre, di origini somale, ed era già conosciuto dalle forze di intelligence australiane per aver progettato in passato un attacco contro una base militare a Sidney.
Secondo quanto riportato dai media australiani, la donna presa in ostaggio, che alla fine del blitz non ha riportato ferite, era stata chiamata dal presunto terrorista attraverso un servizio di escort. La persona che è stata uccisa è un dipendente del complesso residenziale che si è avvicinato e ha tentato di intervenire una volta accortosi del sequestro in corso.
Il nono numero diffuso a maggio della rivista dell’Isis Rumiyah, considerata da alcuni esperti solo una pubblicazione ingannevole, da altri un manuale di istruzioni, suggeriva fra i metodi per colpire quello di pubblicare un annuncio di lavoro o di affitto di un appartamento finto e di sequestrare la persona attraendola dentro la casa.