L’Italia potrebbe seguire l’esempio del Lussemburgo e chiedere all’Europa una revisione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) Sembra questo l’orientamento emerso oggi dalle dichiarazioni della premier Giorgia Meloni che, dinanzi all’assemblea dell’ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani), ha sottolineato la necessità di “verificare con l’Ue le misure più idonee ad aggiornare il Pnrr”. La presidente del Consiglio ha ricordato:
“Come ha detto il presidente Mattarella, il Pnrr è un appuntamento che l’Italia non può eludere, una straordinaria opportunità per modernizzare l’Italia: perché le risorse non rimangano sulla carta sono importanti Comuni, Province e Regioni. Il Governo è pronto a fare tutto il possibile per consentire ai Comuni di svolgere il ruolo al meglio. Negli ultimi anni sono stati fondamentali per le opere pubbliche, senza più l’intermediazione delle Regioni: un’innovazione importante ma anche una sfida, e i Comuni hanno bisogno del sostegno dello Stato”.
La premier ha poi sottolineato che, l’Italia si trova nella fase in cui si è chiamati ad affrontare concretamente l’avvio dei cantieri per questo ovviamente è necessario accelerare “l’iter di approvazione dei progetti e rilascio dei pareri”, aggiungendo che “nel passaggio tra assegnazione e utilizzazione delle risorse ovviamente come era inevitabile emergono tutti i problemi di sistema di regole rigide frammentate e complesse”. Poi Meloni ha aggiunto:
“Oggi siamo nella fase in cui siamo chiamati ad affrontare concretamente l’avvio dei cantieri per questo ovviamente è necessario accelerare l’iter di approvazione dei progetti e rilascio dei pareri, è un tema enorme: siamo assolutamente aperti a ogni contributo utile. Nel passaggio tra assegnazione e utilizzazione delle risorse ovviamente come era inevitabile emergono tutti i problemi di sistema di regole rigide frammentate e complesse. Servono norme certe, semplici, stabili“.
Non è la prima volta che Meloni solleva dubbi e critiche sul Pnrr. Lo aveva fatto in campagna elettorale, lo ha ribadito nelle ultime settimane tirando una stoccata al Governo Draghi, colpevole di aver convocato la cabina di regia solo due volte.
Pnrr: lo stato dei pagamenti
Il governo italiano, a inizio novembre, ha incassato il via libera dalla Commissione europea sulla seconda tranche da 21 miliardi di euro del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), dopo la prima da 21 miliardi ad aprile, e il prefinanziamento di 24,9 miliardi di agosto 2021.
Per ricevere la terza tranche da 19 miliardi l’Italia è chiamata al completamento di 39 milestone e 16 obiettivi, tra cui, entro fine anno, l’approvazione della legge annuale sulla concorrenza e la riforma dei servizi pubblici locali, quella della giustizia e del mercato del lavoro. Proprio in vista dei nuovi finanziamenti, una delegazione di tecnici della Commissione europea ha in programma di svolgere una missione in Italia, presumibilmente all’inizio di dicembre 2022, per uno scambio di vedute con il nuovo governo sulle possibili richieste di integrazione del Pnrr che potrebbero pervenire dall’esecutivo.
La riposta della Commissione
Non si è fatta attendere la risposta della Commissione europea, che si attende “nei prossimi mesi diverse richieste di emendamenti dei Piani nazionali di ripresa e resilienza, si prevede anche dell’Italia”. Le richieste di revisione – spiegano fonti dell’esecutivo europeo – arriveranno “nel primo trimestre dell’anno prossimo”.
L’Italia non ha ancora presentato una richiesta di revisione del Pnrr, mentre martedì scorso, in occasione della presentazione del pacchetto d’autunno, era emerso che al momento solo il Lussemburgo ha formalizzato una richiesta di revisione.