I primi mesi del 2018 hanno decretato il ritorno della volatilità sui mercati azionari. Lo scenario è cambiato e la strategia degli investitori deve adattarsi. Wall Street Italia ha chiesto come a Toby Gibb, investment director di Fidelity International
I mercati azionari hanno avuto un buon inizio d’anno, poi hanno corretto e ora sembrano incerti sulla direzione da prendere. Cosa sta succedendo?
Sono cambiate le dinamiche del mercato. Nel momento in cui è tornata la volatilità c’è stata una significativa rotazione azionaria. Nelle prime settimane del 2018 si è proseguito il rialzo sulla stessa linea dell’anno precedente con i titoli ciclici favoriti dalla revisione al rialzo delle aspettative sugli utili e dall’attesa per una continuazione del miglioramento del quadro macroeconomico. Verso fine gennaio è partita la correzione, innescata tra l’altro proprio da notizie positive sullo scenario economico: un rialzo dell’inflazione negli Stati Uniti che ha innescato aspettative al rialzo sui tassi di interesse. Ciò che è interessante notare però è che nella prima parte della correzione i titoli tecnologici e ciclici hanno continuato a salire mentre sono stati i difensivi a essere venduti dal mercato. A marzo è invece subentrata un po’ di avversione al rischio, in seguito alla pubblicazione di alcuni dati macroeconomici meno positivi e al varo della politica di dazi sulle importazioni da parte dell’amministrazione Usa. La seconda parte della correzione ha pertanto avuto connotati più classici con i ciclici che hanno sottoperformato e i difensivi che, viceversa, hanno sovraperformato.
E ora in che direzione potrebbero andare i mercati azionari?
Nel complesso ritengo che l’azionario abbia ancora spazio per salire ma la leadership non sarà più dei settori che ne hanno guidato il rialzo finora. Inoltre nello scenario ha fatto il suo ritorno la volatilità e questo è un bene perché ci ricorda che ad investire si corrono, per forza di cose, dei rischi. Non ha quindi più molto senso comprarsi un intero indice e aspettarsi ritorni a doppia cifra.
Quali settori saranno favoriti in questo scenario?
Eviterei le aree del mercato con valutazioni molto tirate, come per esempio i tecnologici Usa. Gli investitori sembrano ora concentrare l’attenzione più sui rischi – regolamentazione più restrittiva, protezione dei dati, tassazione – che sulle potenzialità di crescita di queste società. In modo simile sarei molto prudente sui settori ciclici che hanno fatto molto bene nel 2017, come per esempio i produttori di beni strumentali o le compagnie di estrazione mineraria. Mi concentrerei piuttosto su quei settori che nel 2017 non hanno fatto altrettanto bene e su quelli che hanno prospettive di crescita strutturale, in grado quindi di fare bene anche in uno scenario di rallentamento economico, come i farmaceutici.
Per l’Europa in particolare, quali settori e titoli rappresentano una buona opportunità?
In Europa ci sono ottime compagnie tecnologiche che non hanno però la risonanza di nomi quali Google, Amazon o Facebook. Per esempio Sap, una società che produce software amministrativi per le grandi aziende e Amadeus, che produce software di gestione per il settore dei viaggi. Entrambi scambiano a valori storicamente bassi e sono esposte a settori con trend strutturali positivi. Inoltre Sap, pur essendo una società tecnologica, è meno esposta all’andamento del ciclo economico in quanto buona parte dei suoi ricavi arriva da servizi in abbonamento. È difficile che una società che ha adottato il software gestionale di Sap decida di cambiarlo e installarne un altro. Un altro esempio è Worldpay, una società inglese che fornisce infrastrutture tecnologiche per i pagamenti online e che quindi può trarre beneficio dal trend di crescita dello shopping online. Ha operazioni in tutto il mondo e quindi nel lungo termine non risente del tema Brexit. Un altro settore interessante è quello farmaceutico. Guardiamo per esempio al produttore di insulina Novo Nordisk e a Grifols.
Nello scenario descritto che strategia di investimento bisogna adottare?
La volatilità è tornata per restare ma, come ho detto, è una cosa positiva. Quando il mercato corregge vengono venduti indiscriminatamente titoli buoni e cattivi. Si creano quindi delle opportunità sui primi. La selezione dei titoli diventa pertanto fondamentale nello scenario attuale mentre non paga più l’investimento in un intero indice. Da una prospettiva macroeconomica sappiamo di essere nella fase più avanzata del ciclo economico. Bisogna focalizzarsi sulla crescita strutturale e scegliere compagnie che continuano a crescere indipendentemente dall’andamento dell’economia.