Mercati azionari: i settori su cui puntare e quelli da evitare per Pimco
Crescita economica e inflazione elevata nel breve periodo, che dovrebbe rallentare il passo nel corso dell’anno. Questo lo scenario macroeconomico di base delineato da Geraldine Sundstrom, Portfolio Manager Asset Allocation di PIMCO, per il 2022. In questo contesto, l’esperta della società di questione suggerisce che “titoli sensibili alla crescita, come azioni e credito, tenderanno a generare rendimenti positivi”. Attenzione, però. Rispetto all’anno che sta per concludersi, con la ritirata degli stimoli monetari e fiscali e il tentativo delle autorità di passare le redini della crescita al settore privato “il rischio di passi falsi sul versante delle politiche è aumentato”.
Ecco perché, suggerisce Sundstrom, “ci aspettiamo maggiore dispersione della performance tra i diversi settori e regioni come è comune nelle fasi di metà ciclo. Insomma, il potenziale di “code più spesse” (esiti positivi e negativi più divergenti), il che evidenzia l’importanza della selezione sia all’interno delle diverse classi di attivo che tra di esse”.
Vediamo nel dettaglio le stime per ciascuna categoria di asset, secondo Pimco.
Prospettive per i mercati azionari
Un view positiva è messa in conto per i mercati azionari, anche se lo scenario non è omogeneo per aree geografiche e settori.
“Ci aspettiamo di osservare considerevole differenziazione fra le varie regioni e i diversi settori, il che giustifica un approccio più selettivo e dinamico. Nei mercati sviluppati, manteniamo il sovrappeso sull’azionario americano, posizionandoci sui settori ciclici. Abbiamo anche esposizione all’azionario giapponese che tende a offrire una riserva di valutazione oltre a beta di crescita ciclica”
Condizioni “più sfidanti” sono previste per il mercato azionario europeo per la composizione settoriale sfavorevole unitamente all’ostacolo dei prezzi energetici e alla crescente inquietudine sull’evoluzione del COVID. Nei mercati emergenti, PIMCO considera positive le esposizioni selezionate in Asia.
“Manteniamo il sovrappeso sui mercati emergenti asiatici con enfasi sui settori dei sistemi e dell’hardware per le tecnologie che saranno basilari per la crescita nella regione e a livello mondiale” si legge in una nota.
In termini di settori, spicca una predilezione per i trend di crescita di lungo termine come la digitalizzazione e la sostenibilità.
“In particolare, crediamo che i produttori di semiconduttori, i fornitori di sistemi di automazione industriale, di energia verde e di mobilità siano tutti destinati a trarre benefici. Integriamo queste componenti con esposizioni che potrebbero essere avvantaggiate in caso di contesto più inflazionistico, imprese che crediamo godano di consistenti barriere all’ingresso e forte capacità di fissazione dei prezzi che possono potenzialmente aumentare i prezzi in un contesto di inflazione, come le compagnie di trasporto marittimo globali.”
Tassi, credito e valute
Sul fronte dei rendimenti dei titoli governativi le stime sono per un trend in rialzo nel corso del ciclo con l’aumento dei tassi da parte delle banche centrali ma, in un contesto di portafogli multi-asset, la società crede nel ruolo che la duration può svolgere come elemento di diversificazione.
“Continuiamo pertanto a mantenere dell’esposizione alla duration. Nei portafogli multi-asset confermiamo inoltre una modesta posizione di sovrappeso sui TIPS americani (obbligazioni del Tesoro indicizzate all’inflazione). Benché i tassi d’inflazione di pareggio siano saliti in modo significativo, a nostro avviso non prezzano ancora integralmente un adeguato premio di rischio per l’inflazione”.
Ridotte le opportunità intraviste per credito societario alla luce di valutazioni considerate piene.
Ravvisiamo pertanto scarse opportunità di compressione degli spread al di là delle opportunità uniche individuate dai nostri analisti del credito. Il credito cartolarizzato invece offre tuttora valore appetibile a nostro giudizio, soprattutto nei titoli da cartolarizzazioni di mutui (MBS) non-agency statunitensi, ambito in cui la solidità delle finanze dei consumatori e del mercato immobiliare avvalorano il miglioramento della qualità del credito a fronte di spread che reputiamo convenienti rispetto alle obbligazioni societarie.
Infine, sul fronte valutario, il dollaro americano viene considerato ancora sopravvalutato soprattutto rispetto alle valute dei mercati emergenti, ” ma in un contesto tuttora sfidante per le banche centrali – concludono da Pimco- e le economie dei mercati emergenti non si deve presumere che il dollaro sia per forza destinato a indebolirsi.