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Mercati cauti in attesa del verdetto sul Pil Usa. In lieve rialzo i futures

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Non si schiodano le principali borse europee, a fronte di una performance cautamente debole dei futures americani. Ovunque cresce l’attesa per la revisione del PIL americano e per il discorso del numero uno della Federal Reserve, Ben Bernanke, in seno al meeting annuale della Fed.

Attorno alle 12 circa ora italiana, Bruxelles mostra una limatura dello 0,27%, Zurigo dello 0,18%, Parigi e Amsterdam dello 0,34%, Francoforte dello 0,09%, Londra dello 0,14% e Madrid dello 0,22%. Male anche Piazza Affari, che segna un calo dello 0,50% circa.

Lievemente positivi i contratti sugli indici americani. A tre ore e mezza circa dall’inizio della giornata di contrattazioni a Wall Street, i futures sul Dow Jones salgono di 20 punti, quelli sul Nasdaq crescono di 3,75 punti e quelli sullo S&P 500 avanzano di 2,60 punti.

Intanto dall’Europa sono giunte notizie positive per la Gran Bretagna. Il Pil del Regno Unito è stato rivisto al rialzo, con un balzo che non si vedeva da nove anni. La variazione del Prodotto interno lordo inglese relativo al secondo trimestre dell’anno ha mostrato un progresso superiore rispetto a quanto anticipato dalla stima preliminare. Dal +1,1% si è passati, infatti, al +1,2% su base trimestrale (+0,3% nel 1° trim) mentre su anno il PIL ha segnato una progresso dell’1,7% rispetto +1,6% della stima fornita in precedenza (-0,2% nel 1° trim).

Tale dato conferma l’accelerazione della ripresa economica inglese nella prima parte dell’anno ma molti economisti temono che l’indebolimento dell’economia mondiale e le politiche fiscali della Gran Bretagna possano minare la crescita nel 2011.

Tornando a Piazza Affari (-0,45%), si vede spiccare Mps. Il titolo del gruppo bancario senese spunta infatti un progresso del 4,23%. La spinta arriva dai positivi risultati del secondo trimestre dove ha battuto le attese degli analisti su utile netto, riduzione costi e qualita’ del credito. Citigroup ha alzato la raccomandazione sul titolo da Sell a Hold mantenendo il target price a 0,95 euro.

Tra gli altri titoli quotati sulla borsa di Milano, arretra Intesa (-1,74%), trepidante per la semestrale. Ferma ai box la Fiat (-0,49%), all’indomani dell’intervento dell’AD Marchionne al Meeting di Rimini. Offerta Stm (-2,15%), sulla debolezza del settore tech, che soffre i timori sulla ripresa economica.

Sull’ampio scattano le prese di beneficio su Olidata, dopo la fiammata di ieri. Depressa Class, all’indomani della semestrale, mentre non si ferma il rally di Investimenti e Sviluppo.

In generale, i mercati continuano a scontare la situazione difficile del mercato immobiliare Usa. Dopo i disastrosi dati sulle vendite di case nuove ed esistenti, due report separati hanno evidenziato come il valore di molti immobili sia inferiore ai mutui richiesti per acquistarli e come stiano salendo i mutui in sofferenza rispetto al secondo trimestre dello scorso anno.

Nella giornata di ieri, indicazioni positive sono arrivate invece dalle richieste di sussidio alla disoccupazione: ma si è trattato una breve parentesi in una carrellata continua di dati economici poco confortanti; la verità è così che gli investitori continuano ad essere preoccupati per la lentezza della ripresa dell’economia a stelle e strisce. La stessa Wall Stret, nella giornata di ieri, ha visto il Dow Jones scivolare sotto quota 9.000.

ESecondo alcuno il peggio dovrebbe anzi addirittura arrivare: Nuriel Roubini, ritiene che il PIL Usa del terzo trimestre potrebbe essere ben al di sotto dell’1%. Se confermato, il dato spingerebbe al 40% le probabilità di una nuova recessione per l’economia americana.

C’è poi Albert Edwards, global strategist della divisione Corporate & Investment Banking di Société Générale, che addirittura profetizza che Lo S&P 500potrebbe capitombolare fino a quota 450 punti, cioe’ al livello del 1982″. Rispetto ai valori attuali significa un ritracciamento del 57% circa. Perché? Perchè, precisa, “Gli Stati Uniti si trovano in una situazione molto molto peggiore di quella verificatasi in Giappone”.

A tal proposito, nuove indicazioni arriveranno oggi non solo con il Pil, ma anche con la pubblicazione della fiducia consumatori Università Michigan rivista di agosto.

Sul fronte valutario il cross eur/usd viaggia a 1,2717 mentre quello usd/yen vale 84,73. Le tensioni sulla divisa nipponica si sono allentate, sulla notizia di possibili misure da parte delle autorità giapponesi per contenere il rialzo dello yen. Per questo motivo la piazza di Tokyo è riuscita a chiudere anche al rialzo.