Vancity ha lanciato la prima carta di credito che collega gli acquisti alle emissioni di carbonio, consentendo ai clienti di confrontare la loro impronta di carbonio mensile con la media nazionale.
Vancity è una grande banca che opera su un teritorio che per noi ha una pronuncia impossibile: “Le nostre filiali e uffici sono situati nei territori del popolo Coast Salish e Kwakwaka’wakw.” scrivono sul loro sito.
Vancity ha un patrimonio proprio di 28,2 miliardi di dollari, cui si aggiunge il patrimonio amministrato. Questo porta Vancity ad essere la più grande unione di credito comunitario del Canada. E’ stata fondata nel 1946 e impiega più di 2.600 dipendenti. E’ stata la prima a offrire mutui alle donne senza un co-firmatario maschio, prima a diventare carbon neutral.
La nuova carta di Vancity
Ora Vancity ha lanciato la carta di credito, attiva nel circuito Visa, che misura l’impronta di carbonio lasciata, sul pianeta, da chi la usa in funzione degli acquisti fatti. La banca spiega:
“Visto che molti membri di Vancity sono alla ricerca di modi per ridurre l’impatto che hanno sull’ambiente, in particolare quando si tratta di emissioni che causano il cambiamento climatico.  Questo strumento fornirà ai titolari di carte di credito Vancity Visa informazioni preziose sui loro acquisti e consentirà loro di collegare le loro decisioni di spesa quotidiane al cambiamento che vogliono vedere nel mondo.
A tutti sarà rilasciata una “carta di indennità di carbonio” per misurare scelte e progressi nella direzione della transizione, una situazione che a tendere diventerà molto simile a quella cui sono sottoposte le grandi case autmobilistiche del Mondo”.
Ma stavolta le quote, le unità carbonio, sarebbero ad personam, per cui condizioneranno molto le scelte di acquisto delle persone. I Le unità di carbonio saranno “detratte dal budget personale” ad ogni pagamento di carburante per i trasporti, di combustibili per il riscaldamento domestico e delle bollette dell’elettricità . Chiunque superi il limite sarebbe costretto ad acquistare unità aggiuntive nel mercato del carbonio personale da coloro che hanno un eccesso da vendere .”
Naturalmente c’è anche tanto business e marketing dietro l’operazione di facciata, ma stiamo parlando di banche non di associazioni assistenzialistiche.
Secondo una ricerca condotta da Visa, oltre il 50% dei canadesi è interessato a monitorare la propria impronta di carbonio.
Anche la Commonwealth Bank (CBA) australiana ha annunciato uno schema simile, dando al cliente la possibilità di “pagare una commissione” per compensare la propria impronta di carbonio. Sembra inverosimile, ma tant’è.
Ma alla fine dei giochi, chi ci guadagna?
Pensiamo a chi paga: quasi sempre i soliti noti, anzi sempre. Inoltre, ci sarà  meno contante in circolazione. Forti dei blocchi climatici, i tecnocrati sfruttano anche l’isteria sul cambiamento climatico per aumentare il controllo finanziario sugli individui.