Non potete fare a meno di comprare dei titoli azionari in borsa che poi possono rivelarsi estremamente pericolosi per il vostro bilancio di risparmio?
Oppure vi sbilanciate in sfrenate operazioni finanziarie con l’uso di prodotti a leva?
Potrebbe non dipendere solo da voi. Anzi, rischia di non dipendere affatto da voi.
È come se i dettami della finanza comportamentale, quelli che servivano a leggere i giusti comportamenti da far seguire ad un investitore in rapporto all’andamento dei mercati finanziari siano stati usati invece in maniera impropria, per comprendere come esercitare un potere psicologico nei confronti degli investitori e dei risparmiatori stessi.
Così non capite perché vi siete ritrovati con tanti soldi in conto corrente per paura di utilizzare qualsiasi strumento finanziario e poi vi sperticate nell’acquisto di servizi finanziari in borsa che neanche conoscete?
Ebbene oggi la spiegazione l’abbiamo grazie ad una ricerca scientifica americana che si occupa di finanza comportamentale e che utilizza anche un’analisi di quello che accade attorno a noi.
La ricerca è stata pubblicata proprio in questi giorni e sottolinea come l’ambiente digitale contemporaneo travolga gli investitori con stimoli di attenzione da molteplici fonti come e-mail, pubblicità, messaggi sui social media e notifiche push.
Le attività di stimolo sono estremamente studiate per agire sulla capacità decisionale delle persone che ricevono questi impulsi.
La ricerca analizza proprio i comportamenti degli investitori, spesso contraddittori rispetto agli stili solitamente utilizzati.
Queste ricerche servono a spiegare il comportamento di assunzione di rischi degli individui e sono fondamentali per lo studio della scelta in condizioni di incertezza, cosa che permette di avere una migliore comprensione dei mercati finanziari e della stabilità finanziaria.
Oltretutto, vi è un crescente riconoscimento teorico di quanto l’attenzione degli investitori abbia implicazioni per i prezzi degli asset.
In terzo luogo, la ricerca in psicologia offre un collegamento intuitivo tra attenzione e l’assunzione di rischi concludendo che i fattori scatenanti l’attenzione affettiva svolgono un ruolo importante nell’assunzione di rischi da parte degli individui in borsa.
La sfida principale per i ricercatori sta proprio nell’analizzare il legame tra gli stimoli dell’attenzione individuale e l’assunzione di rischi finanziari. In un modo o nell’altro sono i messaggi push a scatenare la reazione di acquisto.
La letteratura psicologica distingue tra:
- attenzione “endogena“, che si riferisce alla disponibilità a trattare deliberatamente una questione,
-
attenzione “esogena”, che si riferisce al processo mediante il quale vengono costruiti stimoli esterni in grado di reindirizzare l’attenzione di un individuo, indipendentemente dagli obiettivi, dalle intenzioni e dalla consapevolezza.
Il principale risultato è che i fattori scatenanti dell’attenzione stimolano l’assunzione di rischi finanziari.
I ricercatori sostengono che le risposte affettive forniscono agli individui una valutazione rapida, ma grossolana dei rischi e le opzioni comportamentali che devono affrontare, che consentono agli individui di intraprendere azioni rapide soprattutto in fase d’acquisto.
La ricerca evidenza inoltre che i fattori scatenanti dell’attenzione sono maggiori e rilevanti per l’assunzione di rischi finanziari da parte di investitori maschi, giovani e meno esperti. L’aumento dell’assunzione di rischio a seguito di un trigger di attenzione è anche più forte per i titoli in tendenza per attirare più attenzione endogena.
Illustrare i meccanismi che sono alla base dell’assunzione di rischi finanziari ci fornisce anche punti di ingresso per la progettazione di interventi in grado di modificare con successo il trading speculativo in situazioni nei quali decisori e società desiderano tali cambiamenti.