Attorno a noi il mondo cade, sono in atto tensioni conflittuali, guerre sia militari che commerciali. E nel bel mezzo di tutto questo, ora anche una crisi di governo. Una crisi che non dovrebbe esserci, che mette a rischio la stabilità dell’Italia e perfino dell’Europa, alla luce del pesante debito pubblico italiano. Vi pare normale? Mi domando: perché non mettere prima i bastoni tra le ruote al premier Mario Draghi, se davvero si stava comportando così male e facendo danni al nostro paese? Perché proprio ora?
Una possibile spiegazione alla crisi di governo italiana
Matteo, telespettatore della puntata del 15 luglio scorso della nostra trasmissione Opening Bell, se la spiega così:
“Non l’hanno fatto prima (far cadere il governo, con il rischio di sciogliere le camere) perché non avevano ancora maturato il vitalizio. Ma proprio in questi giorni quel limite temporale è stato superato e allora, eliminato il rischio, spazio alla creatività politica, spazio alle contestazioni. Ora che qualunque cosa accada, tanto ormai la pensione è assicurata”.
Ha ragione Matteo? Come scrive Il Sole 24 Ore:
“Il diritto alla pensione (al compimento dei 60 anni) per i parlamentari al primo mandato scatta dopo 4 anni, 6 mesi e un giorno di legislatura. I 4 anni sei mesi e un giorno coincidono con il 24 settembre 2022. Si immaginerebbe quindi che nessun parlamentare volesse interrompere la legislatura prima di quella data, ne rischiare di farlo. Ma la legge stabilisce che ciascun parlamentare resta in carica fino alla prima seduta del Parlamento successivo. Dunque, anche se oggi 16 luglio, la legislatura si interrompesse, il diritto al vitalizio verrebbe conservato perché di qui all’insediamento del nuovo Parlamento occorrerebbero almeno 80 giorni: a conti fatti saremmo già al 5 ottobre: il diritto al vitalizio è dunque già come fosse maturato”.
Insomma Marco, che nel corso della trasmissione di ieri aveva sollevato la questione, ha perfettamente ragione. Così come ha evidenziato anche Massimo Intropido, uno dei migliori analisti finanziari del nostro paese, e non solo finanziari a questo punto.
Pensate un po’, al pari di un orologio svizzero, le contestazioni a Draghi, lecite o non lecite, sono partite proprio in corrispondenza del raggiungimento dei termini pensionistici, per poi esplodere in una crisi di governo giusto una volta che i vitalizi sono stati maturati. Come a dire: d’ora in poi vale tutto, tanto ormai…