Economia

Draghi: “serve cambiamento radicale” e in rete si scatenano gli anti-europeisti

di Domenico Giordano

L’intervento di Mario Draghi nel corso della Conferenza dei diritti sociali a La Hulpe ha infiammato, com’era prevedibile, le discussioni digitali in Italia, ma non solo. L’ex presidente della Bce, infatti, ha avuto modo di anticipare dal podio il nucleo della sua visione sul futuro delle istituzioni europee: “il mondo è cambiato, le vecchie regole sono ignorate, se non violate, si sono moltiplicati i casi di concorrenza sleale tra Paesi. Serve – ha concluso Mario Draghi – un cambiamento radicale”.

Adesso, è chiaro che con questa premessa di palingenesi totale in rete ci fossero delle reazioni, in modo particolare da parte di determinati autori che per ragioni e interessi politici contrastano l’idea di costruzione di una nuova Europa. 

Partiamo innanzi tutto dai numeri. La parola chiave nominativa “Mario Draghi ha ottenuto degli ultimi due giorni, oltre 10 menzioni, postate online in italiano, inglese, francese, spagnolo e tedesco, che a loro volta hanno di riflesso generato un coinvolgimento totale di 42 mila interazioni.  

Questo volume di conversazioni è stato registrato per il 53,5% in Italia, seguita subito dopo con una percentuale per nulla marginale dalla Francia. Oltralpe, la quota percentuale di conversazioni sviluppatesi a partire dal nome dell’ex premier è stata sul totale pari al 37%. Mentre con percentuali meno consistenti, troviamo dietro i cugini francesi la Spagna con una fetta percentuale di parlato del 3,6%, poi il Belgio con l’1,7% e infine la Germania con l’1%, 

Un secondo aspetto assai interessante emerso dal monitoraggio sulle reazioni digitali innescate dall’intervento di Mario Draghi riguarda invece gli autori. In Francia a stimolare un numero consistente di interazioni sono stati gli account del leader di UPR, l’Unione Popolare Repubblicana, François Asselineau, che nei suoi post ha presentato Draghi come l’uomo “che vuol distruggere la Francia”.

In Italia, invece, sono stati gli account di Alessandro Orsini, docente di Sociologia del terrorismo alla Luiss, a polarizzare in modo altrettanto negativo le discussioni sulle parole pronunciate da Draghi. Infatti, nel post pubblicato dall’account X e da quello attivo su Facebook, Orsini scrive: “intende rilanciare la competitività dell’Unione europea. Certo, alimentando una guerra con la Russia in Ucraina che ha mandato la Germania in recessione. Qualcuno può spiegarmi perché l’Italia si è rimbecillita al punto da proporre Mario Draghi come prossimo presidente della Commissione europea?”.

Ovviamente, le reazioni complessive non presentano un segno negativo, però questo primo intervento, a due mesi dalla scadenza per il rinnovo del Parlamento Europeo, è stato utilizzato strumentalmente proprio da coloro che inseguono una narrazione anti-europeista per polarizzare il dibattito digitale.