Europa: la notte più lunga. Sono le 2 e 46 del mattino. Dalla video-conferenza dei ministri della finanze europei non sembra arrivare alcuna apertura verso i Corona Bonds. Anche nei nomi, signori, cerchiamo di essere meno portatori di sfiga. Corona Bonds, proprio non si può sentire. Ma a prescindere dal nome i Corona/Euro Bonds non esisteranno. Sono abbastanza tranquillo che quando ci sveglieremo tra qualche ora, o troveremo una profonda spaccatura dell’Europa o troveremo qualche bozza di accordo che faremo fatica a comprendere e di cui comprenderemo ancor meno le conseguenze. Comunque vada sarà un fallimento. Questo tira e molla ha fatto comprendere che la possibilità di stare assieme, in Europa, non c’è. Troppo diverse le culture tra Nord e Sud, troppo diverse ricchezze e povertà tra Nord e Sud, troppo diversi. Troppo.
Del resto i segnali erano e sono chiari:
- Con una condizione di grave emergenza ed in grave emergenza le decisioni e gli interventi vanno prese e fatti in fretta, la prima “fantastica” presa di posizione dell’Euro Gruppo è stata quella di fissare un appuntamento dopo due settimane. Due settimane che ci hanno portato fino ad oggi e decidere di non decidere nulla. Esattamente come due settimane fa Scusate l’arzigogolo, ma mentre la gente muore che bisogno c’è di attendere due settimane per continuare a non prendere decisioni? Se ci fosse stato un terremoto avremmo aspettato due settimane per aspettare a scavare e cercare i superstiti?
- Dopo due settimane fatte di migliaia di morti. Si continua a raccontare di medici ed infermieri che s’infettano, a migliaia e che muoiono a centinaia. E pensate, vengono chiamati EROI. Ma quali eroi. Sono vittime sacrificali, mandate su un campo di battaglia disarmate. Europa o non Europa è INACCETTABILE che a due mesi dallo scoppio dell’epidemia negli ospedali non ci siano le dotazioni necessarie per medici ed infermieri. Inaccettabile. E’ inaccettabile che non venga “messo alla gogna” chi approfitta della situazione per vendere le mascherine a peso d’oro, ma è da mettere all stessa gogna chi, in un decreto chiamato CURA ITALIA, lascia l’iva del 22% sul bene di primaria necessità più ricercato, le mascherine appunto. Se queste sono le premesse della cura, forse è meglio la malattia. Fa rabbia, tutto questo, soprattutto perché oggi esistono macchine che fabbricano mascherine chirurgiche al ritmo di quasi 300mila al giorno (costo per ogni macchinario 140mila), chiedere alla Francia, o leggere il mio articolo https://www.leopoldogasbarro.it/2020/04/06/la-burocrazia-uccide-medici-infermieri-e-pazienti/ . Prima di chiudere questo punto solo una nota. Che domani qualcuno non si azzardi a scrivere che i nostri al tavolo della trattativa sono stati degli EROI a resistere a combattere o a fare qualunque altra cosa. EROI basta, ne abbiamo già abbastanza.
- Commerzbank e Deutsche Bank. Nelle due settimane d’attesa, fino alla riunione di questa notte, sono accaduti episodi non certo piacevoli ed al tempo stesso importanti. Prima DB ha prodotto un report che analizzava la crescita del rapporto debito/pil dei vari Paesi europei, un rapporto che evidenziava come l’Italia sarebbe potuta arrivare entro il 2020 ad un rapporto di circa il 157%; poi è stata la volta di Commerzbank che, con una nota ripresa anche da Bloomberg ha sottolineato come avessero cominciato a vendere BTP proprio perché fosse palese il rischio che diventassero Titoli-Spazzatura così come evidenziato dal report di Deutsche Bank. Proprio un trattamento amichevole no?!
- Sono cominciate a girare voci su alcuni tentativi di acquisto di aziende italiane. ENI, Autostrade. Per ora la situazione è congelata anche attraverso il Cura-Italia, tuttavia tantissime aziende sono già passate di mano, così come scrive nel suo articolo l’amico Diego Marchetti https://www.leopoldogasbarro.it/2020/04/05/cera-una-volta-litalia/ . In tal senso chiedere alla Grecia informazioni circa l’azione di shopping fatta proprio ai danni del Paese ellenico da Germania e Francia durante la presenza della Troika. Vorranno fare lo stesso con noi?
- La situazione delle banche. Il 27 marzo scorso il CER (Centro Europeo di Ricerca) pubblica un report sulla situazione del sistema bancario europeo. A pagina 4, al punto 3) c’è scritto che: “i derivati presenti nel bilancio di Deutsche Bank sono pari a quasi 6 volte il patrimonio della banca, nel caso di BNP Paribas si supera di poco il 500%, mentre con Barclays la percentuale arriva al 430%. Inoltre, sopra il 300% si posizionano, nell’ordine, Nordea, Commerzbank, RBS, Société Générale e Credit Suisse”. Insomma, a dirla con un eufemismo la situazione di bilancio delle maggiori banche tedesche e francesi non è proprio tranquilla. Sarà un caso che solo quest’anno (2019) ed è stato un anno positivo per economia e finanza, abbia dovuto mettere a bilancio più di 5,7 miliardi di perdite? La risposta, però non si è fatta attendere ed è arrivata da un altro report, per alcuni versi più autorevole, del Fondo Monetario internazionale proprio sullo stato economico delle banche italiane ed uscito negli ultimi giorni di marzo scrive :“il settore bancario è ancora vulnerabile. Molte banche soffrono ancora di bassi livelli di capitale, bassa redditività e scarsa qualità degli attivi. Il coefficiente di capitale medio delle banche italiane rimane al di sotto dell’area dell’euro e gli indici NPL sono ancora tra i più alti dell’UE. L’esposizione delle banche italiane al debito sovrano aumenta il potenziale impatto degli shock al ribasso, anche attraverso il rischio di una sostanziale contrazione economica e l’aumento degli spread creditizi, che avrebbe forti ripercussioni negative per le banche”.
- Debito Pubblico e Agenzie di Ratings. E’ un dato di fatto, il debito italiano, 2.400 miliardi, è insostenibile e pesa da morire. Ma oggi le agenzie di Ratings, Moody’s su tutte, con un downgrade potrebbero davvero portare la crisi del debito pubblico italiano a livelli di non ritorno. Se dovessero farlo costringerebbero fondi e istituzioni finanziaria a vederli, per cui l’Italia per sostenersi dovrebbe avere l’apporto totale della BCE, che, per ora resta garantito.
- Francia. Comincia contro la Germania e l’Olanda, finisce dalla loro parte contro Italia e Spagna. Del resto con una condizione così comune alla Germania in termini di banche come potrebbe fare diversamente?
- Mario Draghi. Nella notte più lunga dell’Europa, quella più difficile, quella che potrebbe decretarne la fine o un nuovo inizio, la notizia dell’incendio della casa , in Umbria di “Mister Whatever it takes” getta un’ulteriore ombra su tutto il quadro europeo. E’ un caso fortuito, non lo è? Comunque sia, ciò che è successo non sembra rappresentare un bel segnale. Neanche un pò. Soprattutto dopo che l’ex governatore della BCE con un paio d’uscite pubbliche molto forti, una con una lettera al Financial Times qualche giorno fa, aveva lasciato intendere di essere disponibile a prendere l’idea di scendere in campo.
- Scenario internazionale. Covid-19 rischia di ridisegnare il Mondo. Cine, Europa, Stati Uniti. In che Mondo ci ritroveremo dopo che il virus l’avrà attraversato in lungo ed in largo dimostrando di non guardare in faccia nessuno? E’ da qualche settimana che dalla Cina arrivano aiuti all’Italia. Ben vengano, soprattutto perchè servono eccome. Ma nel momento in cui una delegazione cinese è arrivata in Italia con scatoloni di materiale sanitario e qualche medico e su quegli scatoloni c’era scritto: Italia forza, noi cinesi stiamo arrivando ad aiutarti; dall’altra parte dell’Oceano Trump lanciava uno dei suoi Tweet: Italia ti amiamo, con tanto di video delle Frecce Tricolore che sventolavano “a modo loro” la bandiera italiana. Casualità, in entrambi i casi, o un botta e risposta a distanza?
Sono passate due ore da quando ho cominciato a scrivere quest’articolo. La riunione dell’EuroGruppo è ancora in corso. Cosa sarà accaduto domattina? Non resta che aspettare e rileggere i nove punti nel tentativo di trovare delle trovare delle risposte. Ma credetemi, non sembra niente di buono.