Le difficoltà del colosso immobiliare cinese Evergrande hanno favorito le vendite su tutti i mercati nelle ultime sedute. Il possibile default della società immobiliare ha scosso e continua a scuotere i mercati che aspettavano soltanto una scusa per correggere dai valori record raggiunti nei mesi scorsi.
Evergrande può condizionare i mercati di tutto il mondo?
Evergrande non è Lehman Brothers. Il colosso immobiliare cinese non ha interconnessioni internazionale, mentre la banca americana fallita nel 2008 era sistemica in tutti i paesi più importanti. Inoltre dei 300 miliardi di debiti di cui si parla per Evergrande, solo 80 miliardi (si fa per dire) sono contratti con le banche cinesi che quindi non dovrebbero subire impatti davvero devastanti.
E se fosse una scusa per influenzare la Fed?
Mercoledì ci sarà la riunione della Federal Reserve. Mai occasione, per evitare che il governatore della Fed Powell faccia scelte eccessivamente dure in termini di politica monetaria, fu più ghiotta di questa.
Insomma, il mercato crolla, la Fed abbandona la linea dura e la enorme massa di liquidità presente in giro per il Mondo, rientra sui listini approfittando degli sconti praticati grazie al crollo delle ultime sedute.
Evergrande simbolo di debolezza di Pechino
Sia che Evergrande finisca in un default incontrollato e caotico o se da Pechino salveranno il colosso del mercato immobiliare, per Pechino sarà comunque un segnale di debolezza verso il resto del Mondo.
Evergrande è solo un sintomo delle tendenze che hanno frustato il mercato immobiliare cinese nell’ultimo anno. Si è vista una significativa contrazione a seguito delle politiche di Pechino che cercano di inasprire le condizioni finanziarie come parte della nuova spinta di “prosperità comune” di Xi che, tra l’altro, cerca di rendere il costo degli immobili molto più accessibile a tutti, non solo ai più ricchi.
Ma la situazione si è fatta davvero complicata per il Governo Cinese. La sottolineatura più importante è quella di Goldman Sachs che in un recente report scrive:
Quello che sta avvenendo richiederebbe presto un messaggio chiaro da parte del governo per rafforzare la fiducia e fermare l’effetto di ricaduta, la cui assenza riteniamo rappresenti un notevole rischio al ribasso per la crescita nel quarto trimestre e nel prossimo anno.
In breve, per Pechino, ci sono due strade da seguire: non fare nulla e guardare come l’economia si sgretola, con potenzialmente terribili conseguenze socio-economiche, o intervenire e stabilizzare i mercati a costo di perdere ancora una volta ogni credibilità relativamente al tentativo, ormai fallito di ridurre l’indebitamento.
Che ha raggiunto il 350% di rapporto debito/PIL un numero che comincia ad essere davvero troppo grande.