The World Turned Upside Down
Se i ranuncoli ronzassero dietro l’ape,
se le barche fossero a terra, le chiese sul mare,
se i pony cavalcassero uomini e l’erba mangiasse le mucche,
se i gatti dovessero essere cacciati dai topi,
se le madri vendessero i loro bambini
agli zingari per mezza corona;
Se l’estate fosse primavera e viceversa,
allora il mondo intero sarebbe sottosopra.
Yorktown, 1781. Gli inglesi si arrendono a George Washington. E in quel momento intonano quest’antica ballata,The World Turned Upside Down, “Il Mondo si è capovolto”. Ciò che era vero non lo è più, ciò che era falso diventa vero.
Covid-19. Il virus innesca una rivoluzione senza precedenti. Mi piacerebbe poter leggere cosa scriveranno di questi giorni tra 10 anni. Perché ci vorrà del tempo per interpretare questo tempo. Perché ci vorrà del tempo perché questo tempo incerto passi e si riescano a cogliere le trasformazioni che ha prodotto. Ma alcuni segni sono già chiari. Adesso.
Napoli Capodichino, 15 settembre 2020. Qui mi sento a casa. Negli ultimi vent’anni ci sono passato almeno due volte alla settimana. Ne conosco ogni anfratto, ogni angolo. Attraverso i saloni del terminal, sento l’eco dei miei passi. Moltissimi negozi della galleria sono chiusi. Chiusi anche alcuni bar. Il numero dei voli a disposizione è stato drasticamente ridotto. C’è pochissima gente. Gli aerei restano a terra, i taxi fermi, le auto da noleggiare riempiono i parcheggi…se i gatti dovessero essere cacciati dai topi…
Milano. Due ore più tardi. La città ha colori diversi, toni diversi, pensieri diversi, numeri differenti. Manca all’appello tantissima gente, mancano quelli che lavorano da casa, che studiano da casa.
Gli appartamenti si svuotano. La città batte un altro tempo, un altro ritmo. C’è chi sta già ripensandola, ridisegnandone spazi e vie, strade, parchi e palazzi. Fra qualche anno, forse, vivremo in case immerse nel verde e illuminate da un cielo meno grigio di quello che eravamo abituati a respirare, vivendo Under the doom. Quando vivi “sotto la cupola” non ti rendi conto che ci sono prospettive diverse da cui puoi osservare la vita. Ho la sensazione che i cocci del “Vecchio Mondo” li raccoglieremo un pò per volta.
Quello che stiamo misurando è il tempo della competenza. Spariranno le barriere che conosciamo. Chi ci impedisce di avere il consulente in un family office di New York? Chi mi impedisce di avere un nuovo cliente a Santiago del Cile? La barriera più grande è già quella dei livelli di competenza. Senza confini, chi ha competenza vincerà ovunque e sempre. Le competenze sono indispensabili, sia che si parli di Recovery Fund, sia che ci si occupi di investire e tutelare i risparmi. Scegliamo le persone giuste, allora.
…Se l’estate fosse primavera e viceversa, allora il mondo intero sarebbe sottosopra…
Scopri il sommario del numero di ottobre del magazine Wall Street Italia