Siamo in un mondo che non fa altro che parlare di crisi. Crisi politica, economica, dei mercati finanziari, perfino dei rapporti sociali.
A leggere e a rileggere gli eventi che stanno contrassegnando questo periodo sembra che tutto vada storto, che non ci sia niente di buono da raccontare.
Ma è proprio così? O la nostra realtà, quella che stiamo vivendo, la vediamo distorta perchè distorta la raccontiamo?
Mi spiego meglio. Faccio fatica a trovare un posto in aereo ogni volta che ne ho bisogno? Allora mi chiedo: ma se c’è crisi, perché c’è tanta gente che viaggia? Succede anche quando vado al ristorante: spesso e volentieri sono costretto a prenotare o addirittura a raccomandarmi con amici e chef. Anche in questo caso mi chiedo: ma la crisi dov’è?
E non vi dico quello che succede viaggiando in autostrada; ma del resto sono convinto che capiti anche a voi. C’è un traffico infernale. Centinaia e centinaia di automezzi pesanti che trasportano merci da una parte all’altra d’Italia. E anche in questo caso mi chiedo: ma se c’è tanto da trasportare, se tanto materiale viene prodotto, dov’è la crisi? Non so se questa domanda ve la stiate facendo anche voi rileggendo questi miei pensieri.
Tuttavia, l’altro giorno, mentre ero a pranzo con un mio carissimo amico ho cominciato a farmi raccontare da lui come andassero i suoi affari e, soprattutto, come stesse andando la sua azienda. E’ stato un attimo e ha cominciato a raccontarmi di quanto i suoi cento dipendenti vivessero momenti di difficoltà oggettivi, di come il suo lavoro fosse in crisi, di come tutto quello che succede attorno a noi stesse influenzando ogni tipo di attività. Ma proprio perché volevo capire meglio ho cominciato a far domande un po’ più specifiche, ad approfondire meglio i temi senza rimanere in superficie. Lui fabbrica e vende immobili, così ho provato a farmi spiegare se avesse trovato soluzioni diverse per il rischio energetico di cui siamo costretti tutti ad occuparci.
Ha cambiato espressione, il suo viso si è illuminato e mi ha raccontato di accorgimenti diversi che aveva cominciato ad utilizzare per rendere i suoi fabbricati sempre meno dipendenti da quelle materie prime che oggi ci fanno penare. E poi sono entrato meglio nei numeri e lui pur sottolineando di vendere meno del periodo pre-Covid, mi ha spiegato che gli incassi, anche se non di molto, erano saliti. E alla fine gli ho detto: “Giancarlo ma perchè ti lamenti? Perchè continui a raccontare un mondo che non ti rappresenta?”. Lui mi ha guardato, mi ha sorriso e, tra il serio ed il faceto, mi ha risposto: “Forse perchè lo fanno tutti?!”
Devo aggiungere altro per comprendere quanto dipenda tutto da noi?
L’articolo integrale è stato pubblicato sul numero di dicembre 2o22 del magazine di Wall Street Italia