Editoriali

Inflazione o speculazione, intanto i prezzi vanno alle stelle

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Con la scusa dell’inflazione corre sempre più la speculazione. È un dato di fatto. Volete le prove? Guardate se riuscite a prenotare un hotel in tutta l’area milanese, nei prossimi giorni, in concomitanza con il Salone del mobile di Milano. Una camera che normalmente avreste pagato meno di 100 euro, a parte il fatto che difficilmente la troverete, se non l’avete prenotata per tempo, potreste pagarla anche quattro volte di più.

È inaccettabile che, in un periodo come questo, di difficoltà economiche del Paese, e non solo, ci sia chi ne approfitti in questo modo. La scorsa settimana ho scritto un articolo che riguardava i costi eccessivi dei mezzi di trasporto. Aerei, treni, navi: per comprare un biglietto, in alcuni casi, potrebbe non bastare il plafond della vostra carta di credito.

Ma, sempre per tornare al salone del mobile, provate a vedere quanto vi costerà un noleggio con conducente, o più semplicemente un taxi normale. Ma non è soltanto Milano. Non è soltanto il salone del mobile, il mondo sembra impazzito, ma in realtà non lo è affatto. Una tazzina di caffè al bar potete pagarla fino a 2 euro. E non sto parlando di un bar a Piazza San Marco a Venezia o nella esclusivissima piazzetta di Portofino o in quella di Capri. No, stiamo parlando di un normale bar.

Inflazione o speculazione?

Ma i beni e prodotti i cui prezzi sono in costante crescita formano un lunghissimo elenco le cui voci, in molti casi, sono ingiustificate. L’unica vera giustificazione:” è colpa dell’inflazione”. La sensazione è che i “furbetti dell’inflazione” stiano veramente passando all’azione. Con la scusa del rincaro dei prezzi, della pandemia, della guerra, della mancanza di alcune materie prime e dei problemi legati al fabbisogno energetico, i furbetti di cui sopra approfittano per aumentare il costo di qualunque bene, incrementando, ingiustificatamente i loro guadagni.

La situazione ricorda un po’ quella del periodo segnato dal passaggio dalla lira all’euro. Lo ricordate? Ciò che prima dell’euro valeva mille lire fu prezzato da moltissimi commercianti un euro. Quella che sembrava, una normale equazione matematica: 1=1, in realtà nascondeva ai più la più grande delle truffe: in realtà un euro valeva esattamente il doppio: 1936 lire. Così in tanti, in quel periodo, approfittarono della situazione, a scapito di cittadini poco informati e, per niente affatto, tutelati.

Ma i controlli?

Senza scomodare le assurde tariffe del salone del mobile di Milano, in questo lungo week-end festivo, appena cominciato, gli italiani che hanno riempito ogni albergo, ogni b&b ed ogni altro tipo di alloggio utile a portarli in vacanza, si ritroveranno a pagare cifre ingiustificabili in condizioni di normalità.

Ma che volete? Volete rinunciare ad una vacanza? Volete non spendere almeno 400 euro per una camera d’albergo per cui prima pagavate 150? E poi ci lamentiamo. Dove sono le autorità di vigilanza? Dove sono i controllori? Bhe, guardatevi attorno, magari sono sotto l’ombrellone accanto al vostro.

E intanto c’è qualcuno che come al solito ci da lezione: la Germania nel caso specifico. Il governo tedesco ha deciso che basterà un abbonamento di 9 euro al mese per ogni cittadino per utilizzare i mezzi di traporto pubblici. L’obiettivo? Contenere il carovita. Forse converrebbe, da parte nostra, imparare a copiare. E noi cittadini cosa possiamo fare? Magari una protesta silenziosa lasciando vuoti, alberghi, aerei, treni, taxi, bar, supermercati, che stanno facendo incetta dei nostri soldi e dei nostri risparmi, scegliendo quelli, e ce ne sono tanti, che non si comportano da “furbetti dell’inflazione”.