“We’ve seen two years’ worth of digital transformation in two months”. (Abbiamo visto la trasformazione digitale di due anni, realizzarsi in due mesi). La dichiarazione è del CEO di Microsoft Satya Nadella e rende bene l’idea di come le cose attorno a noi stiano cambiando rapidamente. La velocità del cambiamento è tale che ci siamo ritrovati a vivere condizioni lavorative che prima non immaginavamo neanche.
Quale direttore di un magazine finanziario come Wall Street Italia, mi sono ritrovato in pochissimi giorni a cambiare completamente le mie abitudini. Dalle riunioni fisiche di redazione siamo passati ad una gestione delle relazioni interne esclusivamente tecnologiche. Scelta la piattaforma digitale di riferimento aziendale, ecco che la “STANZA DI REDAZIONE” apre i battenti ogni mattina alle 8.00, per chiudere, in funzione delle diverse necessità, dodici ore più tardi.
Tutti collegati contemporaneamente, con telecamere e microfoni accesi all’occorrenza, ma tutti operativi ed interconnessi come se fossimo davvero nelle nostre sale riunioni e con la capacità di proiettare e scambiare testi e documenti in tempo reale. Giornalisti, grafici, redattori, direttori marketing, pubblicitari, tutti lì a disposizione. Così basta aprire il microfono e chiamare il nome del collaboratore con cui si ha necessità di parlare per avere immediata risposta.
Inutile discutere: il cambio di efficienza è radicale. Mi fa specie pensare alle corse fatte in tangenziale, a Milano, per raggiungere i miei uffici, per passare da una riunione all’altra. Ora invece di percorrere chilometri parlando al telefono, invece di cercare di infilarmi in un “buco del traffico” o di accelerare prima che al semaforo successivo scatti il rosso, ora per fare tutto questo, mi basta schiacciare un tasto sul mio computer.
E le riunioni fuori città? Quante volte ho preso treni o aerei, per un’ora di riunione a Roma, per poi tornare indietro dopo aver perduto una giornata di lavoro ed aver accumulato (oltre alle miglia di Alitalia) ore ed ore di tensione e stanchezza?
Il futuro non è più quello che pensavamo sarebbe stato, ma allora, quale sarà la nuova normalità?
Una ricerca di McKinsey racconta…La maggior parte dei dirigenti con cui abbiamo parlato è soddisfatta di quanto sia andato bene l’improvviso aumento del lavoro a distanza. Allo stesso tempo, c’è un po ‘di nostalgia per i “bei vecchi tempi” quando era facile incontrare persone nella sala caffè. Quei giorni sono andati.
La transizione verso i nuovi sistemi potrebbe contribuire a creare una forza lavoro più diversificata, più capace e più felice.
Il lavoro a distanza, ad esempio, significa non spostarsi, il che può rendere il lavoro più accessibile alle persone con disabilità; la flessibilità associata alla pratica può essere particolarmente utile per genitori single e caregiver. Inoltre, il lavoro a distanza permette alle aziende di attingere a un pool di talenti molto più ampio. Insomma bisognerebbe…
…smetterla di dare per scontato che i vecchi modi torneranno
Ed i segnali cominciano ad essere chiari in questa direzione.
Schroders, una delle più importanti case di investimento al Mondo, (come riportato dal Telegraph) consentirà a migliaia di dipendenti di continuare a lavorare da casa anche dopo che la pandemia sarà alle nostre spalle.Ci sarà quindi una revisione radicale delle regole legate allo svolgimento delle attività lavorative, tanto che la società inglese ha già comunicato ai propri dipendenti che non sarà più richiesto loro di entrare in ufficio cinque giorni alla settimana.
L‘azienda non si aspetta un ritorno alla vita lavorativa come l’hanno conosciuta generazioni di professionisti, ma ci sarà molta più flessibilità su dove e quando i dipendenti svolgeranno il proprio lavoro. L’esempio di Schroders potrebbe spingere molte altre aziende del settore a seguire la stessa strada.
HSBC ha affermato che solo il 20% dei suoi 10.000 dipendenti londinesi tornerà alla propria sede da settembre, mentre l’80% della forza lavoro del Credit Suisse rimarrà a casa.
Il capo di Barclays Jes Staley ha dichiarato che l’ufficio potrebbe essere un retaggio del passato. La banca ha ancora 60.000 dipendenti che lavorano a distanza che non si aspettano di tornare almeno fino alla fine di settembre.
Commerzbank (secondo Bloomberg) chiuderà definitivamente 200 filiali che aveva chiuso all’inizio di quest’anno a causa della pandemia di Coronavirus, accelerando un piano per eliminare un quinto delle sue sedi. La decisione è stata comunicata al personale venerdì della scorsa settimana. Questa decisione consente alla banca di raggiungere l’obiettivo di chiusura delle filiali tre anni prima della scadenza originaria prevista entro la fine del 2023, su una rete esistente di circa 1.000.
Insomma, tra chiusure e trasformazioni “Il Grande Cambiamento” è appena cominciato. Ma è chiaro, come sotto i nostri occhi, ci sia una nuova realtà da cui non si può prescindere.
Che si sia d’accordo o contrari, che si pensi sia giusto o non lo sia, sta di fatto che le accelerazioni imposte dalle scelte legate alla gestione della Pandemia hanno cambiato, anzi hanno stravolto le nostre vite, le nostre abitudini e tornare indietro sarà difficile. Anzi, IMPOSSIBILE. Chi ne prenderà atto prima, chi farà prima le scelte relative potrà contare su un importante vantaggio competitivo. Chi guarderà al futuro con occhi vecchi, si ritroverà fuori dalla storia.