Nei giorni scorsi ho ironizzato moltissimo sulla coalizione che vincerà le elezioni del prossimo 25 settembre: quella tra Bce e Ue, con Christine Lagarde nel ruolo di presidente del Consiglio imposto. Il mio non era un gioco, bensì un’analisi del Tpi (Transmission protection instrument) ossia lo scudo anti-spread della Bce. Che pare essere il “parente cattivo” del Mes (Meccanismo europeo di stabilità). L’Italia è di fatto commissariata. A chi non se ne fosse accorto, consiglio di dare una lettura alla stampa internazionale. Comprenderebbe subito che le mie riflessioni non sono molto lontane dalla verità. Anzi.
L’Italia vista dalla stampa estera
Ieri l’agenzia di stampa Reuters ha pubblicato un articolo che dovrebbe far riflettere non poco sulle ingerenza di Europa, Usa e Russia nella politica interna italiana. Ecco qualche stralcio particolarmente significativo:
“La Banca centrale europea sembra quasi certa di frenare i rendimenti obbligazionari eccessivi nelle prossime settimane mentre il maggior debitore dell’eurozona, l’Italia, si avvicinerà alle elezioni. Il premio d’interesse che i creditori chiedono all’Italia torna a crescere. Il paese che soffre di un declassamento delle prospettive del debito da S&P, rischia davvero di avere la necessità di un’azione della Bce. Tali possibilità sembrano destinate a crescere, mentre la campagna elettorale si riscalda e gli investitori danno un prezzo alle promesse economiche dei partiti radicali”.
Elezioni, debito, interventi per contenere lo spread. La Bce sarebbe pronta ad agire, ma quali sacrifici ci chiederebbe in cambio? Reuters nel prosieguo dell’articolo illustra meglio a cosa stia andando incontro l’Italia.
“La banca (Bce) ha anche affermato che acquisterà il debito di un paese solo per contrastare dinamiche di mercato ingiustificate e disordinate e se quel paese rispetterà i protocolli economici dell’Ue, incluso uno per tenere sotto controllo il debito pubblico. Ciò stabilisce il margine di manovra che la presidente della Bce Christine Lagarde e i suoi colleghi del consiglio direttivo hanno deliberatamente lasciato a se stessi”.
Il Tpi, lo strumento finanziario esecutivo, lascia poco spazio di manovra all’Italia e ai suoi politici: saranno infatti Ue e Bce a decidere se e come utilizzarlo, oltre a gestire parametri e aiuti. Ecco perché Reuters non dimentica di ricordarci che:
“L’agenzia di rating S&P Global ha declassato le prospettive dell’Italia a causa delle preoccupazioni sulla capacità del paese di soddisfare le condizioni dell’Unione Europea. La Bce intanto ha chiarito che manterrà l’ultima parola su qualsiasi intervento sul mercato Tpi, una differenza sostanziale rispetto al precedente schema di emergenza della Bce, noto come Outright Monetary Transactions”
Questi stralci dell’articolo di Reuters ci dovrebbero aprire gli occhi. L’articolo inoltre contiene un forte attacco alla coalizione di centrodestra, la cui eventuale vittoria è prefigurata come elemento di forte squilibrio in Europa. Se non è ingerenza questa….