Mettiamo un po’ d’ordine nel caos che potrebbe nascere a causa del fallimento della Silicon Valley Bank (SVB). E’ fallita per incapacità propria o qualcuno ha amplificato la condizione di difficoltà dell’istituto spingendo i correntisti a ritirare i depositi determinando di fatto il fallimento della banca stessa?
SVB è (era) comunque la 18° banca più grande degli Stati Uniti con 212 miliardi di dollari di asset. E’ stata a lungo vista come la banca al centro del settore delle start-up statunitensi grazie alla sua singolare attenzione per queste società.
Ma cosa è accaduto perché crollasse così repentinamente? E’ solo colpa delle situazioni di mercato, del rialzo repentino dei tassi d’interesse, della miopia di chi era in cabina di regia o c’è qualcosa di più?
La grande domanda, ovviamente, è: cosa è successo nelle ultime 24 ore non solo per soffocare l’offerta di azioni proposta dalla banca, ma per spingere la banca all’insolvenza?
Silicon Valley Bank aveva improvvisamente annunciato una perdita di circa 1,8 miliardi di dollari da una vendita di investimenti e stava conducendo un aumento di capitale (che ora sappiamo non aver avuto succcesso), nonostante la banca fosse in solide condizioni finanziarie prima del 9 marzo 2023.
Tuttavia, investitori e depositanti hanno reagito alla notizia della perdita finanziaria avviando una corsa agli sportelli e determinando prelievi per 42 miliardi nella prima parte della giornata del 9 marzo 2023, provocando un effetto a catena che ha portato la banca ad avere un saldo di cassa negativo di circa 958 milioni di dollari alla chiusura del 9 marzo.
A poco sono valsi i tentativi di salvataggio. Il ritiro precipitoso dei depositi ha reso la banca incapace di pagare i suoi obblighi ed è diventata insolvente.
Questa la cronaca delle ultime ore. Ma torniamo un po’ indietro e rileggiamo la storia recente di SVB.
La storia di Silicon Valley Bank
Al 31 dicembre 2022 SVB aveva 173 miliardi di dollari in depositi, il che significa che in poche ore una storica corsa agli sportelli ha prosciugato un quarto dei finanziamenti della banca!
Ma ovviamente non tutti sono usciti in tempo. C’è una lunga fila di depositanti che superano il limite assicurato 250 mila dollari (infatti solo tra il 3 e il 7% dei depositi totali sono assicurati). A conti fatti, il 93% dei depositi della SVB non è assicurato.
Ricordiamo che se in Italia, anzi in Europa, la somma aggregabile sui conti correnti è quella superiore ai 100 mila euro, negli Usa quella quota sale a 250 mila euro.
E ora la domanda da 64 trilioni di dollari che molti si stanno ponendo: la corsa agli sportelli è stata innescata dal tentativo di aumento di capitale della banca – che ha fatto seguito a una modesta perdita di 1,8 miliardi di dollari quando la banca ha svenduto le sue partecipazioni per aumentare la propria liquidità – o è stata il risultato di un’influenza esterna ?
Ciò che intendiamo con questo è che, come riportato ieri, diversi importanti fondi di venture capital hanno consigliato alle loro start-up tecnologiche di prelevare denaro dalla Silicon Valley Bank giovedì. La corsa agli sportelli sarebbe avvenuta se non fosse stato per la loro sollecitazione? O un’altra domanda: perché alcuni dei luminari di venture capital dovrebbero incoraggiare attivamente una corsa agli sportelli? In realtà il 1,8 miliardo di perdite erano un buon motivo per ritirare il denaro dalla banca, il solo fatto di aver compiuto in tanti questa operazione ha messo una pietra tombale reale sull’istituto.
La finanza è solo questione di come vengono gestite le emozioni. Non serve cercare sempre il complotto e l’illecito.