A cosa bisogna imputare l’eccesso di volatilità che si sta registrando in questi giorni a Wall Street ed in particolare nel settore della tecnologia e su alcuni titoli più che su altri?
Sicuramente i riscontri macroeconomici ci raccontano di difficoltà quasi uniche vissute del “corpus economico”. Basterebbero queste condizioni negative a giustificare le oscillazioni violentissime cui stiamo assistendo nel corso delle ultime settimane, eppure, ci sono anche altre spiegazioni.
Quelle stesse condizioni che affossano una parte consistente del mercato azionario, rendono virtuosa la crescita di altri settori, di altre economie, nuove. I fondamentali di aziende come Amazon, ad esempio, sono lontanissimi dal rappresentare una bolla, anzi, nei numeri, nella stabilità e nella consistenza finanziaria rappresentano una sorta di nuova frontiera.
Questi titoli stanno sostituendo totalmente quelli che per anni erano stati considerati “porti sicuri”, quelli in cui riparare quando il mercato si faceva difficile, così come lo è di questi tempi.
Il Mondo Finanziario sembra essersi ribaltato. Tuttavia, la crescita vertiginosa del settore della tecnologia, soprattutto la crescita a tre cifre che alcuni titoli del Nasdaq hanno realizzato nel corso degli ultimi 12 mesi, hanno avvicinato al mercato moltissimi nuovi operatori, molti di questi completamente impreparati.
Così, il Mondo Finanziario si è ribaltato non solo per un “cambio generazionale” dei titoli, ma anche a causa degli attori che operano su questo mercato.
I Day trader movimentano il 20% degli scambi giornalieri
Chi aveva mai sentito parlare di Day Trader? Eppure, questa figura di “nuovi operatori finanziari”, negli USA, ma non solo, è cresciuta fino a rappresentare, in termini di operatività, oltre il 20% del volume giornaliero. Tale rappresentanza, tuttavia sta influenzando notevolmente i prezzi, più di quanto sarebbe stato lecito attendersi. La conferma arriva da due ricercatori, Xavier Gabaix e Ralph Koijen, accademici provenienti da Harvard e dall’università di Chicago.
La loro tesi si basa sul fatto che l’incidenza dei gestori istituzionali è regolata dal fatto di doversi attenere ai regolamenti di mandato nella loro attività gestionale. Questo, però, conferisce un’influenza sproporzionatamente grande ad altri investitori. E’ per questo motivo che i flussi di day-trading, cresciuti tantissimo in quest’ultimo periodo, incidono in maniera consistente sugli andamenti di mercato.
Nell’abstract della loro analisi, i due ricercatori sottolineano che analizzando le fluttuazioni del mercato azionario aggregato si può notare come i risparmi delle famiglie vengano gestiti da istituzioni finanziarie che sono abbastanza vincolate nella loro operatività, ad esempio legati a mandati che li obbligano a mantenere una quota di capitale fissa o con margini di variazione moderati. Di conseguenza, l’elasticità della domanda rispetto al prezzo del mercato azionario aggregato è ridotta.
Forte impatto sulle oscillazioni giornaliere
Per questo motivo quindi i flussi in entrata e in uscita dal mercato azionario generati da Day-Trading hanno un grande impatto sui prezzi, addirittura il loro impatto sui flussi, in entrambe le direzioni (investimenti e disinvestimenti) è misurato in un rapporto di 1 a 5. Ogni dollaro cinque dollari.
Ecco spiegate molte delle violente oscillazioni di questi ultimi giorni. I day-trader sono meno competenti e più propensi a lasciarsi trascinare dalle emozioni sia in una direzione che nell’altra. Tutto questo aumenta le oscillazioni del mercato, proprio mentre questi attori stanno crescendo sempre di più.
A maggio la piattaforma di Robinhood ha aperto 3 milioni di nuovi account nel primo semestre del 2020, con metà dei nuovi clienti che sono alla loro “prima volta”. Ma questa crescita repentina dei day-trader ha alimentato il mercato in maniera anche impropria, tanto che ci sono stati rialzi di alcuni titoli i cui fondamentali erano quasi da bancarotta.
Insomma, il nuovo mondo in cui viviamo sta ribaltando ogni canone, ogni strategia, ogni punto di riferimento. Bisogna prenderne atto e cercare di capire come orientarsi; l’unica certezza è che non si può più far da soli.