Editoriali

Spread, i politici italiani contro Bce e Lagarde. Ma cosa hanno fatto contro il debito pubblico?

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Venerdì scorso, all’esplosione dello spread e della negatività sui mercati finanziari, ha fatto seguito una lunga, forte e sostenuta azione di contrasto con la Bce dei nostri politici. Lo hanno fatto per demagogia?

Cari politici, va bene lo spread, va bene l’incertezza va bene tutto tranne che, dal “whatever it takes” di Mario Draghi del 26 luglio 2012 sono passati 10 anni. Ma cosa è stato fatto da allora? Quante azioni sono state messe in piedi per ridurre la quota di debito pubblico italiano? Nessuna. Non è stato fatto niente in 10 anni. Anzi, una cosa è stata è fatta: abbiamo fatto finta che il problema non ci fosse. E invece c’è, eccome. E ora i nodi stanno arrivando al pettine.

La crescita del debito pubblico italiano

Non stimo Christine Lagarde, ma ancor meno stimo chi non ha mosso un dito per provare a cambiare le cose. Anzi, gli ultimi 10 anni sono stati quelli in cui si è generato maggiore debito:

 

E poi dal 2019, con Conte prima, e Draghi poi:

In pratica è aumentato di quasi altri 475 miliardi: 2,7 miliardi di euro buttati via, tra banchi a rotelle, bonus monopattini, bonus da 200 euro che non serve ne a chi ne ha bisogno ne a chi non ne ha e altre astruse scelte senza costrutto.

Spread, che fare?

Bisognerebbe far quadrato invece che una continua campagna elettorale. Bisognerebbe passare dal tutti contro tutti al tutti insieme per salvare il salvabile. L’Europa ci ha sostenuto, se lo avesse fatto anche la politica interna avremmo agito e ci saremmo trovati in condizione diversa. Tutto questo non vuol dire che stimi la Lagarde. Anzi, non la reputo all’altezza del suo ruolo?

Sarà una giornata difficile? Probabile, a meno che non la si renda diversa con scelteforti.  Bisogna fermare la guerra. Non c’è altra strada. Chi lo deciderà? L’Europa se esistesse, Biden se abbassasse i toni. La guerra  è stata l’ultimo anello di una catena partita dal lockdown che ha generato le attuali storture finanziarie. E’ d’obbligo ripartire da lì, altrimenti, attenti a risparmi, banche, redditi e tasse…