Ma torniamo alle agenzie di rating. Anche nell’ipotesi di una bocciatura, l’Italia dovrebbe comunque essere al riparo delle speculazioni. E questo per diversi motivi. Prima di tutto, come spiegano gli analisti di Arca:
“Affinché si verifichino vendite ingenti da parte dei grandi investitori internazionali sui titoli di stato italiani, causate da eventuali downgrade del rating italiano, questi ultimi devono essere multipli (più di un notch) e molteplici (da almeno due agenzie): questo perché la maggior parte degli investitori guarda infatti ad un rating medio e, tra le quattro agenzie di rating”
Non solo. Con la decisione della
BCE di qualche giorno fa di aprire le porte alle obbligazioni con rating “junk”, anche se per assurdo si verificassero i multipli e molteplici downgrade che portassero l’Italia a livello di ‘titoli spazzatura’ , l‘istituto di Francoforte non interromperà gli acquisti sui BTP evitando così il panico sui mercati. La Bce ha già acquistato titoli di stato greci anche se non dotati di rating investment grade da parte di nessuna maggiore agenzia di rating.
Come ricorda Massimiliano Maxia, Senior Fixed Income Product Specialist di AllianzGI:
“Riteniamo abbastanza improbabile che, data l’eccezionalità e unicità della situazione in cui ci troviamo, si arrivi ad un rating junk da parte di tutte e quattro le agenzie. Molto importanti saranno anche le decisioni che verranno prese in sede di Unione Europea, perché quanto più le misure che verranno implementate saranno considerevoli, tanto più saranno di aiuto per i paesi percepiti più in difficoltà, come appunto l’Italia”.
Le agenzie che si sono già pronunciate sono state Fitch, che ha tagliato il rating dell’Italia a BBB-, confermando l’outlook è stabile.
Qualche giorno prima era toccato a Standard&Poor’s, che, in questo caso,ha confermato la sua valutazione sull’Italia, lasciando invariato il rating a BBB con outlook negativo, due “tacche” sopra il livello junk, “spazzatura”.