I mercati finanziari, sollevati dalla tregua sul fronte commerciale, iniziano a dare segni di stanchezza. Evidentemente la pausa temporanea che si sono presi Usa e Cina dalla guerra a colpi di dazi non è sufficiente a offuscare i timori riguardanti il ciclo di strette monetarie della Federal Reserve.
L’indice S&P 500 della Borsa americana, da parte sua, si è bloccato sul supporto di 2.800 punti, mentre le small-cap hanno iniziato a effettuare un cambio di rotta a Wall Street (vedi due grafici sotto). Il tutto mentre si registrano un paio di inversioni della curva dei rendimenti dei titoli di Stato americani.
Sul fronte obbligazionario la curva dei rendimenti dei Treasuries Usa si è schiacciata con il differenziale tra tre e due anni e tra cinque e tre anni che è sceso sotto lo zero.
In America la parte breve della curva dei rendimenti è collassata ulteriormente con il differenziale tra titoli a due e cinque anni che è sceso sotto i 2 punti base. I rendimenti del titolo decennale sono tornati a scambiare sotto il 3%. La curva tra scadenza breve e lunga è la più piatta dal 2007.
L’allentamento delle tensioni sui conti pubblici tra Roma e Bruxelles favoriscono gli acquisti sul mercato secondario italiano, ma i tassi sui Btp non riescono a scendere sotto la resistenza individuata dagli analisti tecnici al 3,15% (vedi grafico).
Sul Forex il dollaro non ha subito grandi cali come ci si poteva aspettare dopo le notizie giunte sull’esito della cena a Buenos Aires tra Donald Trump e Xi Jinping a margine del G20.