ROMA (WSI) – Un inizio di 2016 poco promettente anche per i mercati emergenti: mentre proseguono i deflussi di capitali, calano i ritorni dei bond emessi in dollari, sia sovrani sia corporate. Lo riporta un’analisi di Joel Lewin, Citi, che mostra come il debito sovrano in dollari emesso dal settore pubblico abbia già perso l’1% da inizio anno, mentre la controparte aziendale ha segnato un -0,8%.
Gli scenari di crescita dei mercati emergenti sono ancora a tinte fosche.
“I bilanci statali si stanno deteriorando, le aspettative sull’inflazione stanno crescendo, e i prezzi delle materie prime, se si stabilizzano a questi livelli, non risolveranno i problemi degli esportatori”, scrive Lewis, aggiungendo che questi fattori si aggiungono a potenziali downgrade nei rating.
Quanto alla fuga dei capitali sono già 2 i miliardi di dollari che da inizio anno si sono spostati dai mercati emergenti, secondo i calcoli di Renaissance Capital e Efpr; viene così seguita la scia del 2015, durante il quale i deflussi sono stati più di 70 miliardi di dollari.
Secondo il 58% degli investitori presenti alla conferenza di Rbs, tenutasi la settimana scorsa, le maggiori preoccupazioni per il credito sono legate alla China e ai mercati emergenti; ragione per cui da Rbs sconsigliano di buttarsi su questi territori accidentati. Alberto Gallo, Rbs, ha aggiunto:
Il rallentamento della Cina proseguirà e politiche aggiuntive per lo stimolo dell’economia sono di poco conto: il risultato sarà un ulteriore deprezzamento della moneta cinese, che inciderà su altri mercati emergenti che dipendono dalle materie prime e sul finanziamento in valuta estera.
Fonte: Financial Times