Il ribasso del bond Usa a 30 anni continua a deprimere il mercato obbligazionario in Europa. Ieri, al termine delle contrattazioni, i rendimenti dei buoni del Tesoro Usa a scadenza trentennale sono cresciuti fino ad attestarsi al 6,28 per cento, un livello toccato l’ultima volta il 24 ottobre 1997. E in Europa la situazione non e’ certo migliore.
Al termine della mattinata il Bund future ha leggermente recuperato, dopo un avvio a 103,95 (in calo di circa 8 centesimi rispetto alla chiusura di ieri) e naviga intorno a 104. Ancora negativo, invece, il BTp future trattato al Liffe, che pur in presenza di scambi minimi, perde circa
10 centesimi rispetto a ieri.
Su tutti i mercati c’è attesa per i dati Usa sulle vendite al dettaglio di settembre che verranno diffusi oggi pomeriggio alle ore 14.30. Il timore è per una conferma della ripresa dell’inflazione negli Stati Uniti che, unitamente al rimbalzo dei prezzi delle merci e alla debolezza del dollaro, spinge l’obbligazionario verso nuovi record negativi. Resta la possibilita’ di un nuovo rialzo dei tassi Usa (il terzo da giugno), che il governatore della Federal Reserve, Alan Greenspan, potrebbe decidere prima della fine del 1999. La corsa al rialzo dei prezzi alimenta i pericoli di una nuova stretta creditizia ed è anche una delle cause principali del forte calo registrato ieri dall’indice Dow Jones, -1,77% e della perdita di 416 punti in appena due giorni. A deprimere il
settore dei bond europei, secondo gli analisti, contribuisce anche la convinzione che il mercato continua a scontare un aumento dei tassi da parte della Bce prima della fine dell’anno.