Mercati finanziari – Decollo MIFID 2
Da oggi entra in vigore il Decreto legislativo n.129/2017 che recepisce la Direttiva comunitaria MIFID 2 (Market in financial instruments directive) e relativo Regolamento nell’ambito dei mercati e strumenti finanziari.
A mio avviso, l’elemento di novità degno di nota riguarda il significativo aumento delle facoltà di controllo in capo agli Organi di vigilanza centrali come “l’autorizzazione all’esercizio ed emissione di strumenti finanziari”.
Se per l’autorizzazione all’esercizio ed alla emissione di obbligazioni (bond) bancari servirà la verifica circa i requisiti di solidità patrimoniale – già contemplati dagli stress test programmati dalla BCE su 462 banche nostrane – diventa implicita la verifica anche per quanto riguarda la tipologia e struttura del prodotto finanziario.
Per farla breve, incidenti come quelli accaduti qualche decennio addietro per la Banca 121 che si erano inventati “prodotti finanziari” con acronimi in tutto simili alle similari obbligazioni di Stato come i BOT e i CCT, traendo in inganno, come le indagini dell’Autorità giudiziaria e le numerose condanne seguite dimostrarono, diverse decine di migliaia di risparmiatori convinti com’erano di acquistare titoli pubblici.
Sarebbe questo un caso – peraltro abbastanza singolare – che le esperienze nefaste del passato a qualcosa servono se si vuole migliorare il rapporto banca-risparmiatore, minato significativamente negli ultimi anni.
Propensione al rischio della clientela
Una maggiore e più approfondita valutazione circa la propensione al rischio da parte del cliente interessato a sottoscrivere l’investimento finanziario, con particolare attenzione alla linea retail, inteso come il risparmiatore finale che, da sempre, ha notoriamente rappresentato l’anello debole del sistema.
Una ulteriore attenzione viene anche riservata all’istituto del “whistleblowing” che, proprio in Italia sta facendo fatica a crescere in termini di collaborazione attiva e organizzazione nell’ambito dei controlli interni nel mondo delle banche.
Al di là delle nuove norme che pure rappresentano la futura difesa di un management bancario poco incline alle regole e che tante sorprese ci ha riservato nel recente passato, tanto per la spregiudicatezza nell’assunzione dei rischi che nell’allegra gestione del credito in danno della credibilità del sistema bancario nel suo complesso.
Forse il preannunciato controllo accentrato a livello di Banca Centrale Europea a decorrere dall’inizio del prossimo anno ci dà qualche conforto in più. Forse.