USA:dopo la giornata di chiusura per la festività dell’Indenpendence Day, inizia oggi la settimana finanziaria con la pubblicazione dei dati sugli ordinativi industriali.
Al centro dell’attenzione vi saranno però i dati sul mercato del lavoro del prossimo venerdì, per i quali il consensus mediano sta diventando sempre più ottimista spingendosi verso quota 200.000 in termini di occupati nel settore non agricolo.
Lo scorso venerdì un report del Census Bureau ha evidenziato come il settore delle costruzioni relativo al solo comparto manifatturiero abbia registrato un incremento del 24,3% a/a in termini destagionalizzati, evidenziando il miglioramento più forte tra tutti i sottosettori del comparto costruzioni.
L’indicazione si unisce al recente recupero dell’indice Ism manifatturiero.
Europa:in un mercato caratterizzato da pochi scambi il cambio €/$ è sceso sotto quota 1,19, registrando nuovi minimi degli ultimi 14 mesi.
Sulla moneta europea continua a pesare il differenziale di crescita Usa-Euro, e l’attesa di un mantenimento dell’attuale politica monetaria da parte della Bce nella riunione del prossimo giovedì.
Sulla divisa unica ieri hanno impattato anche le dichiarazioni del governatore della Banca Centrale di Francia, Noyer, secondo cui l’attuale politica monetaria è adeguata. Noyer, inoltre in un’audizione all’assemblea nazionale, ha affermato che per ciascun paese dell’area euro è possibile uscire dall’unione, sebbene tale decisione potrebbe essere piuttosto rischiosa per il singolo paese.
La dichiarazione getterebbe dei dubbi sulla compattezza dell’intera area, soprattutto dopo il doppio No di Francia e Olanda alla costituzione europea.
L’indice dei prezzi alla produzione dell’area euro relativo al mese di maggio ha registrato un rallentamento con un tendenziale cresciuto del 3,5% dal 4,3% di aprile. Sul dato ha inciso in modo particolare la componente energetica il cui calo è stato determinato dalla discesa del prezzo del greggio nel mese di maggio.
Alla luce dei recenti incrementi dei prezzi petroliferi risulta difficile pensare che il prossimo mese l’indice possa continuare a rallentare.
Resta sotto quota 50 l’indice Pmi servizi italiano, pur registrando un lieve miglioramento a 48,9 da 47,3 di maggio, con un calo sia della componente lavoro (48,7 da 49,4) che di quella relativa alle attese di nuovi business (68,1 da 71). L’indice conferma quanto già emerso dal settore manifatturiero.
Asia-Pacifico:in calo o invariati, stamani, i maggiori indici azionari dell’area, con la sola eccezione di quello della borsa di Sydney (+0,46%).
In assenza di dati macroeconomici di rilievo, oggi, in Giappone, e con la mancanza di indicazioni dalle borse statunitensi, ieri chiuse, sia il Nikkei 225 che l’indice generale Topix hanno ceduto lo 0,3%, interrompendo così una sequenza di cinque rialzi consecutivi, con i titoli dei comparti del petrolio e gas, di quello minerario e di quello del commercio al dettaglio una volta di più i migliori performanti, in un contesto in cui, mancando altri elementi che possano attirare l’attenzione degli investitori, anche l’andamento al rialzo del greggio WTI per consegna ad agosto in negoziazione elettronica è sufficiente a far preoccupare alcuni per la tenuta dei consumi globali.
Un po’ di ottimismo è stato comunque fornito dall’approvazione da parte della camera bassa del parlamento nipponico del provvedimento per la importantissima privatizzazione delle Poste, vero e proprio gigante finanziario: a detta di alcuni, questo andrebbe ad ulteriore conferma dell’ascendente che il primo ministro Koizumi conserva sul partito liberaldemocratico che lo sostiene, nonostante la perdita di terreno a favore del maggiore partito di opposizione nelle elezioni amministrative per l’area di Tokio, tenutesi lo scorso fine settimana.
In Corea del Sud, l’indice per maggio del livello di attività nel settore terziario, così come compilato dall’Ufficio Nazionale di Statistica su un campione di circa 5.200 aziende, è aumentato del 2,4% rispetto allo stesso mese del 2004, accelerando dal +2% a/a (rivisto al rialzo) in aprile, mentre l’attenzione è volta a giovedì, quando verranno resi noti l’indice del Current Spending e quello della fiducia dei consumatori in giugno, nonché la decisione di politica monetaria della Banca di Corea.
Commodity:dopo il lungo fine settimana, caratterizzato dalla chiusura dei mercati americani per il giorno dell’indipendenza, le quotazioni petrolifere tornano in prossimità dei 60 $/b, a causa delle preoccupazioni per la carenza delle scorte e per l’aumento dei consumi negli Usa nel fine settimana appena concluso.
Attesi inoltre i dati sulle scorte petrolifere statunitensi che questa settimana saranno pubblicati giovedì a causa della chiusura di ieri.
A cura di A. Cesarano (Responsabile desk Market Research), L. Lorenzoni (Economista Senior), A. Mercuri (Analista), C.Pace (Economista)