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MERCATI FINANZIARI: L’ OUTLOOK (12/12/05)

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(WSI) – USA:sale per il secondo mese l’indice di fiducia redatto dall’università del Michigan, grazie al calo del prezzo del greggio che ha stimolato gli acquisti nel periodo festivo, così come riportato dalla stessa Wal Mart. Il dato preliminare di dicembre è cresciuto a 88,7 da 81,6, mentre la componente relativa alle aspettative future che fornisce indicazione sulle spese nei prossimi mesi, è salita a 77,3 da 69,6. Rallentano invece le scorte all’ingrosso del mese di ottobre (+0,2% m/m da +0,6%), registrando il più basso valore degli ultimi due mesi. All’interno si evidenzia il calo della componente beni non durevoli, tra cui i farmaci. Il rapporto scorte vendite è sceso all’1,13% dall’1,15%, suggerendo una ricostituzione delle scorte nei prossimi mesi. Durante la settimana è attesa la pubblicazione dei dati sulle vendite al dettaglio ed i prezzi al consumo di novembre che potrebbero dare indicazioni sulle future mosse della Fed. Evento chiave della settimana sarà invece la riunione della Fed, che dovrebbe continuare la fase di rialzo dei tassi con un altro incremento di 25 pb. L’attenzione è focalizzata sul contenuto del comunicato successivo alla riunione che potrebbe contenere alcune modifiche in seguito all’eventuale eliminazione del riferimento al carattere accomodante della politica monetaria.

Europa: in Germania il surplus di bilancia commerciale si è ristretto più delle attese a 12,2 Mld€ da 15 Mld € di settembre. Il calo è da imputare alle esportazioni scese dello 0,6% m/m dal 2,4% precedente, il primo calo in quattro mesi. Sempre in Germania, l’indice dei prezzi all’ingrosso a novembre è rallentato al 2,2% dal 2,7% precedente grazie al calo registrato dal prezzo del petrolio. In Italia la lettura finale del Pil del terzo trimestre ha confermato le attese crescendo dello 0,3% t/t e dello 0,1% a/a in rallentamento dallo 0,2% del secondo trimestre. In disaggregato emerge un rallentamento delle esportazioni, cresciute su base congiunturale del 2,9% dal 5,2%, e dei consumi domestici passati allo 0,3% t/t dallo 0,5%. La debolezza dell’euro nel trimestre in considerazione ha sostenuto le esportazioni di Germania e Francia ma non dell’Italia, che continua a registrare esportazioni ancora piuttosto deboli. Tra i consumi domestici il rallentamento ha interessato soprattutto i consumi privati (+0,4% t/t da 0,6%). Infine in Francia la produzione industriale di ottobre ha registrato un calo dell’1,4% a/a dallo 0,6% di settembre, il valore più basso degli ultimi sei anni. A pesare sulla produzione è stato soprattutto il calo del settore automobilistico, energetico e beni intermedi.

Asia-Pacifico: le buone notizie di venerdì circa lo stato della fiducia del consumatore statunitense, così come il ribasso del prezzo del petrolio, hanno favorito il balzo del 2,17% dell’indice azionario Nikkei 225, stamattina, sostenuto dai titoli delle grandi aziende esportatrici e di quelli delle aziende di credito, dopo gli infortuni tecnici per quest’ultime della scorsa settimana. A soffiare vento nelle vele dell’azionario nipponico hanno contribuito le aspettative ottimistiche per il trimestrale rapporto Tankan, in pubblicazione dopodomani, nonché l’inatteso miglioramento del 3% m/m del saldo di partite correnti in ottobre, su base destagionalizzata, portatosi a ¥1.674Mld, grazie ad esportazioni cresciute più delle importazioni ed al buon contributo del reddito da investimenti all’estero. Il rialzo di borsa ed il miglioramento dei fondamentali esterni non hanno impedito, una volta di più, l’indebolimento dello Yen nei confronti del Dollaro e, soprattutto, dell’Euro, anche per via di un dato inferiore alle attese, per novembre, dell’indice dei prezzi pagati da aziende nipponiche ad altre aziende nipponiche per l’acquisto di merci (grossomodo equivalente al nostro indice dei prezzi alla produzione), il che suggerirebbe un allontanamento nel tempo della rimozione del quantitative easing da parte della Banca del Giappone. Il reddito da investimenti all’estero di cui sopra è parte della spiegazione della debolezza della valuta nipponica, con gli investitori obbligazionari del Sol Levante che stanno accumulando posizioni in titoli esteri, che offrono rendimenti superiori ai JGB.

Commodity: oggi si è tenuta la riunione Opec in cui i membri hanno deciso di lasciare invariata l’attuale quota produttiva rimandando eventuali cambiamenti alla prossima riunione di gennaio o febbraio. Il ministro saudita ha infatti dichiarato che potrebbe essere necessario effettuare un taglio della produzione prima del secondo trimestre anticipando il calo della domanda che solitamente si registra in quel periodo. Il prezzo del greggio dopo essere sceso del 2,09% venerdì, sta registrando un lieve incremento rimanendo comunque sotto i 60 $/b. Continua il rialzo del prezzo dell’oro che si è avvicinato a quota 540$/oncia. Tale incremento è in parte guidato dagli acquisti nipponici e dei fund manager per esigenze di diversificazione di portafoglio.

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