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MERCATI FINANZIARI: L’ OUTLOOK (13/7/05)

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USA: in una giornata ancora priva di dati macro, è proseguita la fase di indebolimento del Dollaro che verso Euro ha superato quota 1,22. Oggi sarà in pubblicazione il dato sul deficit commerciale di maggio che, secondo il consensus mediano, dovrebbe rimanere invariato rispetto al mese precedente.

Alcuni analisti segnalano però come temibile il mese di giugno alla luce sia del rialzo del prezzo del greggio (che aumenta il valore delle importazioni di petrolio) sia del crescente avanzo commerciale della Cina il cui dato di giugno è già stato pubblicato lo scorso lunedì. Inoltre vi sono state alcune dichiarazioni da parte di esponenti della banca centrale degli Emirati Arabi Uniti che hanno segnalato l’intenzione di convertire il 5% delle proprie riserve da Dollari in Euro.

La citata banca centrale dispone però complessivamente di circa 17Mld$ di riserve per cui l’impatto dovrebbe essere trascurabile. Più verosimilmente il recupero dell’Euro è da attribuire a ricoperture di parte delle corpose posizioni nette lunghe di Dollari da parte degli operatori speculativi.

Nel frattempo l’indice S&P500 è riuscito a chiudere in positivo malgrado l’ennesimo rialzo del presso del greggio.
L’indice Sox dei semiconduttori ha guadagnato l’1%, posizionandosi ai massimi da luglio del 2004. Bernanke, attuale capo dei consiglieri economici della Casa Bianca, ha dichiarato di attendersi una crescita media del 3,4% per il 2005.

In Brasile è stato pubblicato un sondaggio che a sorpresa ha segnalato un incremento della popolarità del presidente Lula (al 40,3% da 39,8%) malgrado i recenti scandali politici. L’indice Bovespa ha recuperato il 2%.

Europa: i ministri dell’Ecofin hanno dato il via libera alla raccomandazione della Commissione nei confronti dei conti pubblici italiani che chiede a Roma di effettuare due manovre dello 0,8% del Pil nel 2006 e nel 2007 per un totale dell’1,6% del prodotto interno lordo.

Il governo italiano ha già annunciato che effettuerà una manovra complessiva superiore a quella richiesta e pari all’1,8% (+0,8% nel 2006 e +1% nel 2007), tale da riportare sotto al 3% per fine 2007 il rapporto deficit/Pil. Per l’anno in corso, secondo quanto diffuso ieri da Confindustria, lo squilibrio fiscale dovrebbe toccare 4,3% del Pil, comunque ottimista rispetto al 4,6% atteso dall’Ocse, con un debito/Pil al 108%, dal 106,6% del 2004. Il 2005 sarebbe quindi il primo anno dal 1994 in cui l’Italia potrebbe assistere ad un incremento dell’indebitamento rispetto al Pil.

A pesare sui conti pubblici anche l’avversa congiuntura economica. Sempre secondo Confindustria il 2005 si chiuderà con una contrazione del Pil dello 0.3%, ancora una volta ottimista rispetto al –0,6% atteso dall’Ocse, con un lieve recupero nel 2006 (+0,8%).

Infine relativamente alla politica monetaria ieri due esponenti del board della Bce, Hurley e Constancio, presidente della banca centrale irlandese e portoghese rispettivamente, hanno dichiarato che malgrado il rallentamento atteso della crescita economica in area Euro l’attuale livello dei tassi di interesse rimane appropriato, allontanando l’ipotesi di un imminente riduzione del costo del denaro. Garganas, membro della Bce, ha dichiarato che la banca centrale potrebbe rivedere al rialzo le stime sull’inflazione a causa del rialzo del prezzo del petrolio.

Asia-Pacifico: la BoJ in occasione della riunione delle autorità monetarie ha deciso all’unanimità di mantenere invariate le condizioni di liquidità del sistema lasciando tra i 30 ed i 35 mila Mld di Yen l’ammontare di cash immesso nel sistema. Il bollettino mensile di giugno diffuso sempre dalla BoJ ha comunque evidenziato un maggior ottimismo circa la situazione economica del Giappone, citando la migliorata fiducia delle imprese ed un incremento della spesa in beni capitali, conseguenti ad un buon andamento dei profitti.

In miglioramento anche il saldo di bilancia dei pagamenti. Secondo i dati aggiustati per la stagionalità, a maggio il surplus si è allargato salendo a 1440 Mld di Yen, dai 1360 Mld di aprile, grazie ad una diminuzione del valore delle spese petrolifere conseguente al calo del prezzo del greggio.

Meno entusiasmanti i dati sulla produzione industriale che a maggio hanno registrato una revisione al ribasso allo 0,3%, dallo 0,9% emerso dalla lettura preliminare, sostanzialmente invariato rispetto ad aprile.

Commodity: torna sopra i 61 $/b il prezzo del greggio, dietro la speculazione che i dati sulle scorte petrolifere di oggi potrebbero registrare un calo in seguito all’evacuazione degli impianti petrolifere del Golfo del Messico per sfuggire all’arrivo dell’uragano Dennis. Aumentano le preoccupazioni per la formazione nei Caraibi della tempesta tropicale Emily che potrebbe raggiungere il Golfo del Messico la prossima settimana. Si tratterebbe della quinta tempesta in meno di due mesi.

A cura di A. Cesarano (Responsabile Market Research), L. Lorenzoni (Economista Senior), A. Mercuri (Analista), C. Pace (Economista)