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MERCATI FINANZIARI: L’ OUTLOOK (14/10/05)

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(WSI)

USA: il dato destagionalizzato (ad eccezione della componente energetica riferita alle importazioni) sulla bilancia commerciale di agosto ha evidenziato un allargamento del deficit che è arrivato a quota 59Mld$ da 58Mld$. Al netto della componente petrolio il deficit ha registrato invece un lieve restringimento per il secondo mese consecutivo, passando da 39,3 a 38,4Mld$. E’ continuato l’apprezzamento del Dollaro malgrado la possibilità di un ulteriore allargamento de deficit commerciale a settembre segnalata dal sensibile incremento dei prezzi alle importazioni di greggio (dato non destagionalizzato) nel mese scorso.

Risulta pertanto evidente come al momento l’attenzione degli operatori sia maggiormente concentrata sul differenziale dei tassi più che sul deficit di partite correnti. Le maggiori preoccupazioni sui prezzi segnalata da diversi esponenti della Fed, si è tradotta anche in un rialzo dei tassi di mercato che ha interessato prevalentemente il comparto decennale. Il segmento biennale ha già incorporato le aspettative di ulteriori rialzi dei tassi Fed nel 2005.

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Le richieste di sussidi settimanali per la disoccupazione hanno evidenziato un incremento maggiore delle attese. Secondo quanto riportato da un portavoce del dipartimento del lavoro, delle 389.000 richieste settimanali, 75.000 sarebbero attribuibili al passaggio degli uragani Katrina e Rita.

Al netto di tale effetto pertanto si conferma il proseguimento di una buona dinamica occupazionale. Oggi l’attenzione è focalizzata sull’indice sui prezzi di settembre, dopo le innumerevoli dichiarazioni di esponenti della Fed sulla possibilità di un’accelerazione della dinamica dei prezzi.

Europa: la seconda lettura del Pil del secondo trimestre ha confermato un rallentamento della crescita dell’intera area Euro allo 0,3% t/t, dal +04% del trimestre precedente. In disaggregato il dato ha evidenziato la sostanziale debolezza dei consumi, sebbene in miglioramento rispetto alla lettura preliminare. Gli ultimi indicatori anticipatori disponibili e le stime di crescita della Commissione Europea sembrano puntare ad un miglioramento delle prospettive di crescita. Secondo la Commissione il Pil, infatti, dovrebbe crescere nel terzo e nel quarto trimestre ad un tasso compreso nel range dello 0,2-0,6% e lo 0,4-0,8% rispettivamente.

In Italia la produzione industriale di agosto ha registrato un recupero dell’1,3% m/m sa, rispetto al +0,9% di luglio. Relativamente allo scenario tassi ieri tre esponenti della Bce, tra cui Trichet, hanno ribadito l’importanza di monitorare la dinamica inflattiva dal momento che i rischi sui prezzi sono aumentati, sebbene non esista ancora l’evidenza di una spirale prezzi-salari. Tali dichiarazioni avvalorano l’ipotesi di una Bce ancora ferma fino al giugno del 2006, quando è atteso un rialzo da 25 bps qualora la crescita mostrasse segnali incoraggianti.

Asia-Pacifico: terzo calo consecutivo il Nikkei 225, concludendo un prima metà di ottobre che sembra suggerire un movimento di correzione, dopo che l’indice nipponico è aumentato di più del 26,5% da metà maggio a fine settembre: secondo i dati del Ministero delle Finanze, l’interesse degli investitori internazionali per l’azionario nipponico sembra essersi mantenuto robusto nel recente passato, con acquisti netti da parte di stranieri nella settimana dal 2 all’8 ottobre pari a ¥117,5Mld, mentre la fuoriuscita degli stranieri dai mercati monetario ed obbligazionario nipponici, con acquisti netti complessivi (incluse le azioni) per –¥444Mld, ci aiuta a capire parte della recente debolezza dello Yen nei confronti del Dollaro, con la valuta giapponese che è arrivata ieri a superare brevemente quota 115 contro il biglietto verde, a New York, per poi stamani tornare verso quota 114,5, a Tokio.

Dal fronte politico, dopo l’approvazione lo scorso martedì da parte della rinnovata camera bassa, i provvedimenti di privatizzazione del sistema postale sono oggi stati approvati anche dalla camera alta, come ampiamente atteso.

Commodity: peggiori delle attese i dati sulle scorte petrolifere statunitensi. Secondo il Dipartimento dell’Energia, nell’ultima settimana, le scorte di distillati sono scese di 3,4 Mln di barili, le scorte di benzine di 2,6 Mln, mentre salgono, ma meno delle attese, le scorte di greggio (+1 Mln). A spingere al ribasso le quotazioni petrolifere (-1,62%) sono state però le dichiarazioni del Dipartimento dell’Energia secondo cui, nell’ultima settimana, l’output delle raffinerie è cresciuto del 5,1% rispetto alla scorsa settimana. La notizia, malgrado il calo delle scorte di distillati, ha alimentato le speranze relative ad un’offerta di combustibile e benzine adeguata alla domanda.

Copyright © MPS Finance per Wall Street Italia, Inc. Riproduzione vietata. All rights reserved A cura di A. Cesarano (Responsabile Research and Strategy), L. Lorenzoni (Economista Senior), A. Mercuri (Analista), C. Pace (Economista).