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(WSI) – USA: le richieste di sussidi per la disoccupazione nella settimana al 14 gennaio sono risultati in forte calo, posizionandosi al minimo dall’aprile del 2000. Un portavoce del dipartimento del lavoro ha dichiarato che non vi sono fattori speciali tali da spiegare una variazione settimanale così accentuata. Il dato conferma la continuazione del momento tendenzialmente favorevole sul fronte occupazionale. Lo stesso Beige Book, pubblicato ieri con dati rilevati al 9 gennaio, aveva evidenziato segnali in tal senso, sebbene generalmente moderati, nella maggior parte dei distretti. Sul mercato immobiliare invece aumentano i segnali di un rallentamento in atto: il dato sull’apertura di nuovi cantieri di dicembre si è riportato ai minimi degli ultimi 9 mesi su base annualizzata.
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In sensibile calo l’indice sull’attività economica del settore manifatturiero pubblicato dalla Fed di Filadelfia relativo a gennaio. Alcune sottocomponenti (ad es. nuovi ordinativi e consegne) hanno però evidenziato un quadro migliore rispetto al mese precedente. E’ continuata la lunga serie di scorsi da parte di membri votanti della Fed: Yellen ha dichiarato che la Fed potrebbe essere vicina alla conclusione della fase di rialzo dei tassi, a condizione però che le spinte inflattive rimangano sotto controllo. Sul fronte corporate, le trimestrali di Pfizer e Merrill Lynch, pubblicate prima dell’apertura dei mercati, sono state favorevolmente accolte contribuendo alla chiusura positiva dei listini. Nell’after hour la trimestrale di Motorola è risultata deludente nella parte relativa all’outlook per il trimestre in corso.
Europa: l’inflazione definitiva di dicembre per l’intera area Euro ha confermato la stima flash di Eurostat, evidenziando un rallentamento della crescita dei prezzi al consumo al 2,2%, dal 2,3% di novembre. Il dato ha risentito positivamente di un rallentamento della sottocomponente trasporti (-0,2%), comunicazione (-0.4%) e abbigliamento (-0.6%). La recente accelerazione del prezzo del petrolio unita alla probabile crescita dei prezzi dei beni alimentari freschi a causa delle gelate invernali, potrebbero generare pressioni per l’inflazione nel mese di gennaio quando il tendenziale è atteso in accelerazione al 2,5%. In aumento gli ordinativi industriali ed il fatturato per il mese di novembre in Italia.
Entrambi i dati hanno registrato un’accelerazione grazie alla componente estera che ha trainato al rialzo l’indice. Tra i settori da evidenziare l’ottima performance del comparto estrattivo ed energetico. Ieri il bollettino della Bce ha confermato le parole dette da Trichet in occasione dell’ultimo consiglio monetario, esprimendo sì una certa preoccupazione per le pressioni inflattive ma dichiarando come i rischi sulla crescita siano al ribasso. Non è mancata la risposta da parte dell’Ecofin il cui presidente di turno Karl Heinz Grasser ha affermato che l’inflazione è abbondantemente sotto controllo invitando così la Bce a mantenere invariati i tassi di interesse per non impattare negativamente sulla ripresa economica. L’Eurogruppo si riunirà lunedì 23 gennaio.
Asia-Pacifico: l’indice azionario nipponico Nikkei 225 ha chiuso invariato, oggi, al termine di una seduta priva di grandi spunti, soprattutto se confrontata con le brusche variazioni delle precedenti sedute, con l’eccezione dei forti acquisti di titoli minerari, con il relativo sottoindice dell’indice generale Topix che ha chiuso con un progresso di ben il 6,74%, mentre in modo soddisfacente ha anche performato buona parte dei titoli tecnologici, sulla scia dell’andamento borsistico statunitense e delle buone notizie dal fronte corporate d’oltreoceano. Sempre in Giappone, dopo il termine delle negoziazioni di borsa la Banca del Giappone ha reso nota la propria decisione di politica monetaria, lasciando obiettivi operativi e comunicato invariati rispetto ai mesi precedenti, sempre con voto a maggioranza (7-2), non sorprendendo nessuno, pur essendo questo il primo comitato dopo il ritorno della variazione tendenziale dell’indice dei prezzi al consumo core in territorio positivo in novembre.
Più interessante, sia pur atteso, si è rivelato il contenuto della revisione da parte della banca centrale al report semestrale di previsione macroeconomia pubblicato lo scorso 31 ottobre: la crescita economica nel 2005 è ora attesa attestarsi “poco al disopra” dell’originaria previsione di +2,2%, mentre l’economia è considerata continuare il proprio sentiero di recupero in modo stabile. In occasione dell’apertura dei lavori parlamentari, il primo ministro Koizumi ha tenuto a sottolineare come l’attuale ripresa sia dovuta alla forza del settore privato, non a spese governative.
Commodity: i dati sulle scorte petrolifere statunitensi, relative alla settimana conclusasi il 13 gennaio, hanno registrato un rialzo di 2,7 Mln di barili. Migliori delle attese anche le scorte di benzine cresciute di 2,6 Mln di barili, mentre quelle di distillati hanno registrato un rialzo di soli 911.000 barili contro i 2,1 Mln attesi. Le temperature superiori alla media continuano a favorire il ripristino delle scorte, ma un loro abbassamento in futuro potrebbe nuovamente riportare l’attenzione degli operatori sul problema delle scorte. Nonostante i dati migliori delle attese le quotazioni petrolifere hanno chiuso in rialzo dell’1,67%, sulla scia delle notizie relative al gas Russo, alla disputa sulla ricerca nucleare in Iran ed alle nuove minacce di attentati da parte di Bin Laden.
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