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MERCATI FINANZIARI: L’ OUTLOOK (22/7/05)

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(WSI) – USA: il contenuto delle minute della Fed relative al Fomc del 29-30 giugno ha evidenziato la presenza di punti di vista discordanti in merito alla velocità da imprimere al processo di rimozione dell’accomodamento monetario per frenare eventuali spinte inflative. Inoltre, con riferimento al settore immobiliare, le minute hanno evidenziato come la Fed non intenda utilizzare la politica monetaria per orientare i prezzi di assets come le case. I leading indicators di giugno, sulla base della nuova serie rivista per tenere conto principalmente della diversa modalità di contribuzione della pendenza della curva, hanno evidenziato un contributo positivo di tutte le sottocomponenti ad eccezione degli ordini di beni capitali al netto del settore difesa. L’indice tendenziale nella nuova versione è passato a da 1,9 a 2,4%. In recupero l’indice della Fed di Filadelfia del mese di luglio. Le trimestrali di Microsoft e Google sono state accolte negativamente dagli operatori nell’after hour, in particolare quella di Google che ha perso circa l’11% a causa di un rallentamento del tasso di crescita del fatturato (che la società ha dichiarato potrebbe continuare anche nel trimestre in corso) ed un calo dei margini di profitti.

Europa: a luglio l’indice destagionalizzato sulla fiducia dei consumatori in Italia si è attestato a 100,9 in calo rispetto al precedente, toccando così i minimi da giugno 2004. Secondo l’analisi dell’Isae il deterioramento è dovuto quasi esclusivamente a valutazioni sfavorevoli sulle possibilità future di risparmio e sull’attuale convenienza ad acquistare beni durevoli. Minore delle attese la variazione mensile della spesa per consumi in Francia nel mese di giugno.

Asia-Pacifico: con il comunicato della People’s Bank of China, diffuso ieri intorno alle 13:00 italiane, oltre ad una immediata rivalutazione del 2% dello Yuan nei confronti del Dollaro, con la parità centrale portata da 8,28 a 8,11, viene introdotto un meccanismo in grado di consentire un’estrema gradualità nell’apprezzamento della valuta cinese nei confronti del biglietto verde, meccanismo che comunque preserva la grande discrezionalità di Pechino in riferimento al valore esterno della propria moneta.

Lo Yuan vedrà il suo valore definito rispetto ad un paniere di valute, paniere la cui composizione resta ignota con l’eccezione del Dollaro, ciascuna valuta avrà una propria parità nei confronti dello Yuan e al cambio sarà consentito di fluttuare all’interno di una banda. La banda di oscillazione per il Dollaro rimarrà quella dello +/- 0,3%. Al termine di ciascuna giornata di contrattazioni, Pechino dichiarerà il valore di chiusura del cambio, valore che costituirà la nuova parità per le contrattazioni che avranno luogo il giorno successivo, mentre le bande di oscillazione potranno essere riviste dalle autorità, sulla base degli sviluppi economici, finanziari e di mercato. Da un punto di vista macroeconomico, il cambiamento appare decisamente minore, in linea con una politica dei piccoli passi, e non in grado di avere un impatto apprezzabile in termini di commercio internazionale o della stessa riappropriazione da parte di Pechino della politica monetaria.

Il valore simbolico, però, è non trascurabile: da un lato si fornisce uno strumento all’amministrazione Bush per limitare l’influenza di chi in Congresso vorrebbe erigere barriere commerciali, con la variazione introdotta in largo anticipo rispetto alla visita del presidente cinese negli USA, prevista per Settembre, e, dall’altro, sembra costituire l’inizio di un lento processo di liberalizzazione del mercato dei cambi e di ritorno della politica monetaria all’obiettivo di lotta all’inflazione. Mentre l’impatto sull’Euro-Dollaro è stato di breve durata, più importante è stato l’apprezzamento delle valute asiatiche, con guadagni soprattutto per Yen, Won sudcoreano e Dollaro taiwanese, e con la Malaysia che ha prontamente annunciato anch’essa il cambiamento del proprio regime di cambio. Lo Yen che, ieri, in poche ore, era arrivato a guadagnare il 2,5% nei confronti del biglietto verde, per poi arrivare stamattina a venir scambiato intorno quota 111, in progresso di circa l’1,5% rispetto ai livelli pre-annuncio.

La posizione della valuta nipponica resta nondimeno delicata, data l’incertezza politica che caratterizza l’arcipelago in relazione alla discussione, presso la camera alta, dei provvedimenti per la privatizzazione del sistema postale: Koizui preme perché si arrivi al voto entro la prima settimana di Agosto, cioè prima della chiusura della Dieta per le vacanze, e qualora i provvedimenti fossero respinti potrebbe indire elezioni anticipate, che dovrebbero tenersi entro 40 giorni, elezioni il cui risultato appare incerto, data l’attuale calo di popolarità del partito liberaldemocratico e le tensioni interne che lo caratterizzano.

Commodity: in aumento i prezzi delle materie prime, come il rame, sull’idea che uno Yuan progressivamente più forte nei confronti del Dollaro, fornendo maggiore potere di acquisto ai cinesi, induca un aumento della domanda proveniente dal gigante asiatico. Il corso del future sul greggio light sweet al Nymex per consegna a settembre ha ieri chiuso la sessione regolare a New York a $57,13 al barile, in calo dell’1,53%, con lo stesso contratto che però viene scambiato intorno ai $57,45 al barile stamani, in negoziazione elettronica.

A cura di A. Cesarano (Responsabile Market Research), L. Lorenzoni (Economista Senior), A. Mercuri (Analista), C. Pace (Economista).