Mercati: il punto di Amundi sulle diverse asset class
di Matteo Germano, Head of Multi-Asset
Ci aspettiamo un’evoluzione della performance economica parallelamente a un percorso rialzista graduale alimentato da un supporto duraturo e senza precedenti delle banche centrali, come evidenziato dalla svolta recente della Fed verso un regime più flessibile riguardo al superamento dell’inflazione media.
Crediamo che questo ambiente di tassi di interesse “più bassi per un periodo prolungato”, unitamente al miglioramento del contesto economico, richiederà un posizionamento bilanciato, difensivo e diversificato.
Gli investitori dovrebbero rimanere complessivamente neutrali sugli attivi rischiosi (leggermente prudenti sulle azioni e positivi sul credito di qualità elevata), ma continuare a cercare opportunità e a monetizzare i profitti laddove i margini di rialzo appaiono limitati.
Il punto sui mercati azionari
Per quanto riguarda le azioni dei mercati sviluppati, abbiamo rivisto al rialzo la nostra opinione portandola a neutrale, mantenendo al contempo una posizione complessivamente prudente. I premi per il rischio azionario sono elevati nonostante le valutazioni assolute siano eccessive.
Crediamo che le aspettative di una ripresa e di un legame più forte tra le politiche fiscali e monetarie siano leggermente migliorate nel caso delle azioni dei mercati sviluppati (e, in particolare, delle azioni dell’UE), ma a causa di alcune incertezze riguardo alla progressione del Covid-19 e della ripresa economica, preferiamo mantenere un atteggiamento conservatore. Inoltre, prendiamo atto che persistono rischi importanti legati all’incertezza riguardo alle elezioni americane e che supportano la nostra opinione leggermente prudente sugli USA.
Nei mercati emergenti, preferiamo l’Asia (la Cina e l’Indonesia) perché crediamo che la regione possa continuare a guidare il rally dei mercati emergenti in vista di una ripresa più marcata e dei maggiori utili attesi sul breve termine.
Il punto sui mercati obbligazionari
Per quanto riguarda la duration, rimaniamo su posizioni neutrali-lunghe viste le aspettative durature riguardo a bassi tassi di interesse. Ora siamo prudenti sui Treasury quinquennali rispetto ai bund quinquennali e crediamo che gli investitori dovrebbero monetizzare i profitti perché i mercati sono restii a scontare tassi negativi negli USA e ciò ha portato a un crollo della volatilità degli spread.
Siamo positivi sull’inflazione americana alla luce dei commenti summenzionati della Fed. I prezzi dovrebbero continuare a salire per via delle pressioni sui costi e della progressiva scomparsa dell’effetto base negativo dei prezzi dell’energia.
Siamo costruttivi sul debito periferico in euro per via del supporto della BCE, dei fattori tecnici favorevoli e del Recovery Fund dell’UE, ma riteniamo prudente dotarsi di una copertura del rischio di rialzo legato alla reflazione, alla disponibilità di un vaccino e a una crescita più robusta.
Di conseguenza, non siamo più positivi sui BTP decennali italiani: crediamo invece che i BTP quinquennali possano offrire una protezione migliore perché soffrirebbero di meno in caso di un bear steepening delle curve (ovvero l’aumento più rapido dei tassi a lungo termine rispetto a quelli a breve termine) in Europa.
Il credito è stata la classe di attivi utilizzata dagli investitori per sfruttare il rally degli attivi rischiosi. Non ci aspettiamo un ulteriore restringimento generalizzato degli spread perché da marzo si sono già fortemente compressi.
Di conseguenza, rimaniamo positivi sul credito di qualità per via del carry e della “caccia al rendimento”. Privilegiamo le obbligazioni Investment Grade in euro a seguito di un mix di fattori, tra cui le valutazioni interessanti, il forte supporto delle banche centrali e il minor indebitamento rispetto alle loro omologhe USA.
Nei mercati emergenti rimaniamo ottimisti sul debito in valuta forte e crediamo che nel complesso gli spread dell’indice EMBI non siano lontani dal valore equo.
Se da un lato gli spread delle obbligazioni societarie High Yield potrebbero ancora comprimersi nei prossimi tre mesi, dall’altro i livelli delle obbligazioni societarie Investment Grade sono già in linea con le medie storiche.
I tassi locali stanno ancora scendendo, ma i margini per un’ulteriore compressione sono più limitati perché il principale driver è l’esposizione valutaria.
Il punto sui mercati valutari
Per quanto riguarda le valute straniere, crediamo che gli investitori dovrebbero puntare su un paniere diversificato di valute ad alto rendimento dei mercati emergenti in un contesto di miglioramento della dinamica della crescita, di posizionamento leggero e di afflussi crescenti nella regione.
Per quanto riguarda invece le valute dei mercati sviluppati, siamo ora convinti che la sterlina subirà delle pressioni rispetto all’euro e al dollaro USA viste le persistenti incertezze sulla Brexit a causa dello UK Internal Market Bill e sulla ripresa economica nella regione nel 2021.
Rischi e coperture
Quando verranno ritirate le misure di stimolo, i mercati potrebbero andare incontro a rischi d’insolvenza, a un’altra ondata di default e a tensioni geopolitiche.
Raccomandiamo agli investitori di mantenere tutti i pilastri della loro strategia di copertura, incluso il credito high-yield, l’oro e lo yen. Al contempo, un riaggiustamento intelligente delle strategie con opzioni potrebbe consentire dei risparmi nei costi di copertura.