NEW YORK (WSI) – Gerard Minack, analista indipendente ex Morgan Stanley, ne è convinto: stiamo attraversando la più grande bolla di credibilità delle banche centrali. Lo ha dichiarato in un’intervista al quotidiano australiano “The Age”, sottolineando che quando questa scoppierà l’unico sistema per difendersi sarà “avere in mano liquidità”.
Secondo Minack, il rally degli ultimi anni delle Borse è stato sostenuto unicamente da una sopravvalutazione del programma del QE da parte del mercato, ma anche da una politica di tassi a zero portata a avanti per sei anni da parte della Fed.
Non solo. Forse ancora più importante, suggerisce l’esperto, sono stati i discorsi degli ultimi quattro anni del presidente della Banca centrale europea Mario Draghi. “Eliminando dal mercato la paura di un rischio di una crisi bancaria sistemica, che invece aveva alimentato le paure nei due anni, prima, è iniziato un rally guidato unicamente dai bassi multipli”.
Ricordiamo a questo proposito che, dai minimi di fine 2011 l’indice MSCI All Country Index è aumentato del 65 per cento.
Per Minack, il più grande rischio che i mercati finanziari dovranno affrontare quest’anno si chiama ancora Europa. E questa volta non riguarderà “le economie periferiche e le banche, ma sarà una crisi che colpirà il nucleo centrale di Eurolandia. “Il grosso problema è la presenza, all’interno della zona euro, di squilibri competitivi”.
Il problema, infatti, “non è che l’euro è troppo alto rispetto al dollaro, o che l’euro è troppo alto rispetto allo yen. Il problema è che il franco francese è troppo alto rispetto al marco tedesco, e Draghi non può più farci niente”.
Con queste premesse, Minack ribadisce la sua idea che l’euro ha i giorni contati. Ed è l’unico sistema per far ripartire le economie della zona euro poiché “non è possibile ripristinare la vostra competitività in un regime di cambi fissi”. (mt)