NEW YORK (WSI) – Nonostante le preoccupazioni sulle sorti della Grecia, nel mese di giugno gli investitori hanno mostrato un incremento della fiducia. Lo ha rilevato l’Investor Confidence Index (ICI) di State Street, secondo cui l’indice a livello globale è salito a 127,0 (+5,6 punti rispetto al mese di maggio). Il rialzo è stato spinto dell’incremento registrato in Nord America (+11,7 punti), che ha compensato i cali di 10,3 punti in Asia (da 142,9 e 87,6) e di 1,2 punti in Europa (a 102,5)
“La mancanza di un sentiment aggressivo da parte della FED e una riduzione delle guidance per i tassi alla fine dell’esercizio 2016 e 2017 hanno determinato una spinta del sentiment in Nord America”, ha commentato Ken Froot. “Sarà interessante vedere come i mercati del lavoro più forti e l’inflazione core negli Stati Uniti compenseranno le preoccupazioni per il primo rialzo dei tassi”.
“Fino al 24 giugno, c’erano pochi segnali di incertezza sulla Grecia che impattavano sulla fiducia degli investitori. Anche se la fiducia degli investitori con sede in Europa è scesa, il calo è stato marginale e non sufficiente a compensare un aumento della fiducia negli Stati Uniti “, ha aggiunto Michael Metcalfe, senior managing director e head of Global Macro Strategy di State Street Global Markets. “Dovremo aspettare i dati del mese prossimo per vedere se tutto questo è stato dovuto alla fiducia mal riposta in una risoluzione della questione greca o se gli effetti di un contagio dalla Grecia sono in realtà temuti meno di prima”.
Va ricordato che l’Investor Confidence Index misura la fiducia degli investitori o la propensione al rischio secondo parametri qualitativi, analizzando i comportamenti effettivi di acquisto e vendita degli investitori istituzionali. L’indice assegna un significato preciso alle variazioni della propensione al rischio degli investitori: al crescere della percentuale di allocation in azioni, aumentano la propensione al rischio e/o la fiducia. Un valore pari a 100 è neutrale; è il livello in cui gli investitori non stanno né aumentando né diminuendo lo loro allocation di lungo termine rispetto agli asset rischiosi. L’indice si differenzia dagli strumenti basati su sondaggi in quanto tiene conto delle negoziazioni effettivamente effettuate dagli investitori istituzionali (e non dei loro pareri).