NEW YORK (WSI) – In una settimana durante la quale il mercato non aspetta altro che conoscere il rapporto mensile sull’occupazione Usa nella speranza di avere qualche indicazione in più sulle intenzioni della Federal Reserve in materia di tassi di interesse, i trader che si leccano ancora le ferite di agosto sono alla disperata ricerca di un modo per sapere se comprare o vendere il dollaro.
La divisa statunitense si muove sempre di piĂą di pari passo con un particolare indice, quello che definisce la differenza di prezzo tra il dollaro e i tassi di interesse denominati in euro.
Il rapporto a 120 giorni tra il tasso di cambio dell’euro/dollaro e il gap esistente tra i contratti swap delle due divise (per i tassi a due anni) ha raggiunto il livello più alto da gennaio.
Fino a tre settimane fa, quando la Cina ha deciso di avviare inaspettatamente una svalutazione massiccia dello yuan rispetto al dollaro, la differenza dei tassi di interesse faceva pensare a una certa soliditĂ del biglietto verde.
(Immagine: Bloomberg)
L’evento ha gettato nel caos i mercati, alzando la possibilità che la banca centrale americana rimandi l’appuntamento con il primo rialzo dei tassi di interesse dal 2006. La Fed si riunisce il 16 e 17 settembre.
Intanto in Europa qualcosa potrebbe muoversi molto prima di quella data. La prossima riunione della Bce, il 3 settembre, potrebbe rendere meno conveniente detenere euro, dal momento che Draghi un incremento della portata e della durata del programma di Quantitative Easing.
I rischi di un rallentamento della ripresa economica della regione, che ora deve fare anche i conti con la crisi dei paesi emergenti, minacciano di compromettere il raggiungimento degli obiettivi dell’istituto centrale di Francoforte sul fronte dell’inflazione.
In quei giorni c’è da aspettarsi variazioni significative sia dello Spread dei tassi e sia del tasso di cambio euro dollaro.
Fonte: Bloomberg
(DaC)