(WSI) – E’ stata una giornata decisamente rilassata ieri sul mercato FX, senza grandi scossoni provocati dai soliti dati USA. Anche l’uscita dei Jobless non ha comportato grandi movimenti di mercato. L’azionario ha recuperato ed è giunto in territorio positivo verso fine giornata sulla base dei Jobless, mentre il dollaro è salito contro Jpy, perdendo terreno contro tutto il resto.
Essendo saliti anche i rendimenti obbligazionari (quindi prezzi dei bond stanno scendendo), la propensione al rischio continua a viaggiare a testa alta. Oggi, senza dati USA di cui tener conto, potrebbe rivelarsi un’altra giornata in sordina… oppure la Grecia e la Cina ci forniranno un po’ di brio?
Già: la Cina continua ad essere una protagonista in grado di muovere il mercato. Secondo il NY Times, il governo cinese potrebbe rivalutare lo Yuan tra pochi giorni. Se lo faranno, sarà un balzo tra il 2 e il 4%, con una banda di oscillazione più ampia.
Questa rivalutazione è precisamente ciò che vuole il mercato, che stima uno Yuan sottovalutato del 40% attualmente – praticamente da anni sfrutta una competitività artificiale per avvantaggiarsi sul lato commerciale. Una rivalutazione, comunque, sarebbe pro-Yen e negativo per il greenback.
Tornando agli USA, i jobless ieri sono saliti di 18000 unità, un dato che seppure negativo non ha influito sul sentimento di mercato in quando la settimana di Pasqua può giustificare questi cambiamenti. Ah già: ieri c’era anche la BCE vero? Trichet per una volta è riuscito a stabilizzare l’euro con i suoi commenti, ma ha peccato sul lato difensivo: parlando quasi tutto il tempo della Grecia, nonostante le parole calme con cui si vorrebbe tranquillizzare il mercato e allontanare sospetti di default, non ha dedicato tempo o commenti alla exit strategy della BCE.
Ovviamente tassi fermi all’1%, visto anche che le vendite al dettaglio europee sono scese dello 0,6% in febbraio. Il Canada e l’Australia invece si mantengono forti ed oggi avremo anche il dato sull’occupazione canadese: forse è la scusa che si stava aspettando per portare il UsdCad sotto 0,9975. Come al solito, facciamo trading su quello che vediamo e non su quello che crediamo di sapere.
La settimana di trading volge al termine, ma possiamo notare come siano presenti alcuni spunti interessanti.
Cominciando dall’immancabile EurUsd notiamo come i prezzi, successivamente alla ripresa iniziata ieri in mattinata, si stiano avvicinando a quella che potremmo considerare la trendline di resistenza: questa transita poco al di sotto di 1.34 figura, oggi, e se non dovesse essere oltrepassata l’euro avrebbe spazio per una correzione nei pressi del minimo di ieri a 1.3280 (dove, per poco meno di 15 punti, non abbiamo assistito al doppio minimo con il tentativo di rottura del minimo del 25 marzo scorso).
La discesa del cambio UsdJpy, iniziata successivamente all’avvicinamento di 95 figura, si è arrestata ieri con il raggiungimento di 92.80.
E’ chiaro che per un’evoluzione ci attendiamo la rottura di uno di questi due livelli, anche se propendiamo per un’estensione verso la parte alta data la rottura della tendenza ribassista giornaliera di lungo, oltre la quale ci attendevamo un obiettivo più ambizioso, nei pressi almeno di 97 (mercati globali permettendo).
Seppur il range non sia proprio dei più stretti, ci siamo accorti tutti come il cable sia scambiato da inizio marzo all’interno della zona 1.4780-1.5360. Negli ultimi giorni il livello superiore si è abbassato a 1.5320, valido per oggi come resistenza chiave. Un livello di supporto interessante e più prossimo ai prezzi attuali è suggerito dal triplo minimo giornaliero consecutivo in area 1.5135.
Continuiamo a parlare della sterlina, ma nei confronti della moneta unica, dove non sarà sfuggita a nessuno la forza degli ultimi giorni.
Il cambio ha infatti subito un deciso deprezzamento, di 300 punti, con una serie di 9 candele negative consecutive… Il primo livello di supporto ipotizzabile ora si trova a 0.8660, anche se una tendenza di questo tipo non dovrebbe stupire che abbia un obiettivo a 0.86 figura (il minimo del 28 gennaio scorso). Si trova lontano il primo livello di resistenza del cambio, 0.8840.
Il cambio UsdChf, superato il precedente massimo di 1.0750 pare non avere più “scuse” per non giungere a quel massimo tanto atteso di 1.0895. E’ solamente presente un’altra lieve area di resistenza poco al di sopra di 1.08 figura, ma crediamo che comunque questo possa essere uno scenario possibile nei prossimi giorni. Continuiamo a considerare 1.05 come livello di supporto a questa idea.
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