A Wall Street il Dow Jones ha improvvisamente perso più di 400 punti ai minimi di seduta non appena è stata data la notizia delle dimissioni di Gary Cohn, uno dei consulenti economici di più alto profilo della Casa Bianca, in aperta polemica sulla scelta di Donald Trump di imporre dazi alle importazioni di acciaio e alluminio. Stando alle ultime indiscrezioni stampa, Trump aveva chiesto a Cohn, ex di Goldman Sachs ritenuto dai mercati finanziari una delle menti dietro alla strategia economica pro crescita e pro aziende dell’amministrazione a Washington, di appoggiare pubblicamente il suo piano di ostruzione commerciale.
Cohn viene reputato inoltre l’architetto principale della legge di riforma fiscale che, varata l’anno scorso, ha permesso di ridurre la corporate tax al 21% dal 35% e dare una spinta ai mercati azionari. La paura dei mercati è che ora Trump, lanciatosi in una guerra commerciale senza precedenti per gli Stati Uniti, sia libero di imporre ulteriori misure di stampo protezionista. Molti analisti e trader giudicano tale strategia controproducente e una minaccia all’espansione economica. In poche parole da ieri sono aumentate le chance di una guerra commerciale e sul Forex si sentono i primi effetti, con lo yen che sta traendo vantaggio dalla situazione. Per gli analisti di Credit Suisse il dollaro potrebbe scendere anche sotto quota 105 yen. Al mercato non piace l’incertezza e – come nel caso di un possibile caos politico post elettorale in Italia – a essere favoriti saranno con tutta probabilità i beni rifugio come l’oro e la valuta giapponese.
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