NEW YORK (WSI) – Mentre George Soros e tanti altri investitori come lui scommettono “all-in” in un crollo dei mercati finanziari, c’è anche chi – come il guru delle materie prime più rispettato di Wall Street, nonché autore della newsletter più seguita dagli operatori di Borsa – ha consigliato oggi di mantenere posizioni nette lunghe, un giorno dopo aver avvertito che una Guerra Mondiale è già scoppiata.
Dopo aver detto all’emissione Cnbc, nel commentare la strage di Orlando, la sparatoria più sanguinolenta della storia americana, che “il mondo si sta finalmente rendendo conto che la Terza Guerra Mondiale è già iniziata e che il mondo islamico e quello cristiano-giudaico sono in guerra” Dennis Gartman ha consigliato ai suoi lettori di puntare su un rialzo dell’azionario.
Gartman, lungi dall’essere uno speculatore, è passato dall’affermare che “alla luce degli ultimi eventi gli investimenti in Borsa sono sconsigliati” e che “il nostro fondo pensione di TGL ha una posizione moderatamente short” nel mercato in generale, al consigliare di – rullo di tamburi – andare lunghi, ovvero scommettere su una ripresa delle piazze finanziarie. Gartman è però praticamente il solo a consigliare una simile strategia oggi come oggi.
Come si è già intravisto nelle ultime quattro sedute, la duplice miscela esplosiva costituita da eventi estivi potenzialmente choc – tra cui referendum sulla Brexit, elezioni in Spagna e decisione della Corte costituzionale tedesca sul programma OMT di Mario Draghi – e una politica monetaria accomodante fallimentare rischiano di far deragliare la fase rialzista dei mercati. Soros lo sa bene e dopo un decennio di iato ha deciso di tornare a investire in Borsa. Al ribasso.
I grandi fondi pensione e gestori si stanno rifugiando nei beni più sicuri come Bund, oro e dollaro. Il sondaggio dei gestori di fondi pubblicato da Michael Harnett di Bank of America/Merrill Lynch evidenzia come nonostante i prezzi di Borsa e dei bond societari elevati, gli investitori del campione interpellato sono in gran parte pessimisti, a dei livelli che non si vedevano da quattro anni e “siedono su una montagna di contanti“.
I livelli cash sono al 5,7% (in rialzo dal 5,5%), i massimi da novembre 2001. L’indice di rischio e liquidità della banca americana è ai minimi di quattro anni mentre l’esposizione all’azionario globale rispetto ai reparti bond/cash/commodity è ai minimi da luglio 2012. In parole povere: le mani forti preferiscono dare la caccia agli asset di qualità in un mese che si preannuncia rovente.
Secondo Harnett quello che vogliono o meglio sperano i money manager è che il mercato faccia crac o che prese dalla disperazione le autorità di politica monetaria ricorranno all’ultimo spiaggia delle strategie di allentamento in stile Quantitative Easing: l’helicopter money, ossia i soldi forniti direttamente a cittadini e imprese.
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