Primo semestre da dimenticare per i mercati azionari mondiali, che escono da questa prima parte dell’anno con le ossa rotte. A pesare sono stati diversi fattori. Prima fra tutte l’accelerazione dell’inflazione, salita ai massimi degli ultimi 40 anni, che ha costretto le banche centrali a spingere l’acceleratore sulle politiche monetarie restrittive.
Non ha aiutato la situazione geopolitica mondiale: la crisi Ucraina, oltre ad aver aumentato le preoccupazioni sugli effetti economici della guerra, ha fatto schizzare verso l’alto i prezzi delle materie prime. A deprimere gli investitori anche i dati macro, che dipingono uno scenario sempre più a tinte fosche, complici anche i lockdown in Cina per il Covid-19 e i problemi alle catene di approvvigionamento. Risultato finale: gli investitori si sono affrettati ad uscire dall’azionario, causando un terremoto su tutti i principali indici mondiali.
Pesante la batosta registrata a Wall Street nel primo semestre del 2022: lo S&P 500 ha perso oltre il 20,5% e ha registrato il peggior primo semestre dal 1970, quando perse il 21,01%. Non sono stati risparmiati dalla tempesta il Dow Jones (-11,3% nel secondo trimestre, -15% da inizio anno) e il Nasdaq Composite (-22,4% nel trimestre, il peggiore dal 2008; -29% da inizio anno).
Milano maglia nera dei mercati
Male anche il Vecchio Continente. Complessivamente, l’Euro Stoxx 600 registra un 8,2% a giugno, -10,7% nel trimestre e -16,5% nel semestre. Nel dettaglio:
- Il Ftse Mib, maglia nera d’Europa, ha perso nel solo mese di giugno il 13,1%, chiudendo il secondo trimestre dell’anno con un -14,9%, mentre il bilancio del primo semestre 2022 vede un -22,1%. Il mese di giugno è stato amaro soprattutto per le banche con Bper -18,2% (-14% nel semestre) e Unicredit -16,8%, che nel primo semestre ha lasciato sul terreno il 33,1%. Performance negativa a giugno anche per Tim (-16,1%) che pesa su quella da inizio anno (-42,5%). Male anche Saipem (-13,8% a giugno e -44,8% da inizio anno).
- Il Dax40 di Francoforte a giugno ha perso l’11,2%, l’11,3% nel trimestre e il 19,5% da fine 2021;
- Il Cac40 di Parigi registra un -8,4% nel mese, -11,1% nel secondo trimestre e -17,2% nel primo semestre dell’anno;
- l’Aex di Amsterdam si è mosso sulla stessa linea: -7,5% a giugno, -9% nel trimestre e -17,4% nel semestre;
- Il Ftse100 della Borsa inglese segna -5,8% nel mese, -4,6% nel trimestre e -2,9% da inizio anno;
- L‘Ibex35 spagnolo vede un calo dell’8,5% a giugno, -4,1% nel secondo trimestre e -7,1% nel primo semestre 2022.
Primo semestre in rosso anche per i listini asiatici: a Tokyo il Nikkei 225 ha perso l’8,3% da inizio anno. Perdite più contenute a Shanghai (-5,4% da gennaio). Pesanti perdite hanno segnato i primi sei mesi dell’anno dei mercati emergenti: nei primi sei mesi il MSCI Emergenti ha lasciato sul terreno il 26% circa.
Male anche altri asset considerati rischiosi. Critptovalute in testa. Il Bitcoin ha perso circa il 59% dall’inizio dell’anno (e nel trimestre) e circa il 70% dal record di 68.990 dollari registrato a novembre. Registrato il peggior trimestre dal 2011 e il peggior primo semestre della sua storia. Michael Shaoul, presidente di Marketfield Asset Management LLC ha concluso:
“In questo contesto, l’unica forma di consolazione è che le perdite globali a questo ritmo si verificano raramente in trimestri successivi, ma questo non equivale a dire che non dovrebbero essere previste ulteriori perdite”.