LEGNANO (WSI) – Proseguono le vendite di rischio sugli azionari americani in scia a quanto visto in apertura di settimana sui mercati asiatici, anche se non si tratta a nostro parere di una situazione di risk off ben determinata. Questa notte il Nikkei è riuscito a tornare sopra quota 14,000 punti, qual è il sentiment predominante?
I mercati e le aspettative
Chi studia economia e non si limita soltanto alla lettura di libri e modelli lo sa e chi investe lo sa ancora meglio: le aspettative, rispettate o meno, sono in grado di far muovere parecchio il mercato e, considerando l’avvicinamento graduale al prossimo 17 ottobre, esse sembra stiano cominciando a formarsi, riversando i propri effetti sui prezzi.
Il dollaro americano rimane debole, anche se sta mostrando dei tentativi di timide ripartenze e i prezzi degli indici americani hanno mostrato delle forti vendite, sostenute da buoni volumi, che hanno prodotto la rottura ribassista delle principali linee di trend tracciate sia sul Dow Jones sia sull’osservato speciale S&P500.
Questo è sintomo di un “nervosismo tecnico” che differisce da un nervosismo strutturale che potrebbe innescare scenari correlativi importanti. Non ci troviamo di fronte, infatti, a forti movimenti sul fronte delle materie prime o sul mercato valutario tali per cui considerare gli scenari che stiamo analizzando come di pura avversione al rischio, quello che sta accadendo è una graduale decisione da parte degli investitori di realizzare profitti ora che ci troviamo vicino ai massimi di mercato, mantenendo i realizzi in liquidità a causa del fatto che non si esclude ancora del tutto che si possa assistere a ripartenze dovute ala potenziale continuazione della politica monetaria della Federal Reserve, che oggi vedrà nominato il proprio nuovo leader, Janet Yellen il quale, o meglio, la quale è vista come il candidato migliore al fine di dare continuità ai discorsi di allentamento monetario in atto dal 2008 a questa parte.
Sarà dunque risk off?
Non ancora, non ci sono le condizioni di sentiment affinchè questo avvenga. Condizioni che invece si ritrovano dal punto di vista dei prezzi con lo yen e soprattutto il franco svizzero che mostrano spazio per salite nel momento in cui dovessero partire flussi coordinati di vendite. Questa notte abbiamo avuto la riprova del fatto che i movimenti cui stiamo assistendo debbano essere interpretati dal punto di vista della propria natura tecnica, con il Nikkei in grado di recuperare terreno dai livelli di minimo raggiunti, con lo yen in vendita a finanziare questi acquisti. Non siamo assolutamente fuori pericolo, se ragioniamo dal punto di vista del medio periodo, ma se ci concentriamo sul breve (la natura di questi aggiornamenti quotidiani è proprio questa) vediamo la possibilità di alternanza di movimenti in salita ed in discesa, stile anno scorso quando avevamo mercati in grado di compiere movimenti positivi un giorno ed altrettanto negativi il giorno dopo. Concentriamoci dunque sui livelli tecnici da qui a fine settimana continuando a curare potenziali creazioni di correlazioni che, se dovessero avvenire, chiarirebbero il quadro sia dal punto di vista interpretativo che operativo.
QUADRO TECNICO
EurUsd: il grafico orario dell’euro sembra un elettrocardiogramma, con ripetuti tentativi di rotture rialziste e ribassiste che non hanno avuto la forza di avvenire. Questo sta a significare un forte equilibrio tra venditori e compratori che nel momento in cui verrà meno potrebbe lasciare adito a buoni aumenti di volatilità, ancora fortemente contenuta sul valutario. I livelli principali da seguire, a nostro parere, sono rappresentati da area 1.3615 a rialzo, sulla quale poter pensare a vendite di euro con stop e reverse sopra 1.3625 che, se superato, potrebbe portare al raggiungimento dei massimi precedenti ed in estensione verso 1.3680, livello intorno al quale potrebbe cominciare ad affievolirsi il movimento, mentre in caso di rottura a ribasso dell’area di 1.3540 (anche qui è possibile sfruttare l’area di supporto tra 1.3540 e 1.3560 per pensare ad acquisti di moneta unica per il buon R/R) è possibile puntare alla figura.
UsdJpy: dopo la salita di questa notte il dollaro sembra voler continuare a macinare punti ed il livello di 97.50 potrebbe risultare cruciale a tal proposito. Una rottura a rialzo di area 97.60 potrebbe risultare un buon trigger per assistere a tentativi di raggiungimento di 97.90 e nel caso in cui lo stocastico dovesse uscire dalla zona di ipercomprato con i prezzi sulle resistenze, si configurerebbero buone occasioni di vendita con primi obiettivi su 97 ¼ per il buon risk reward offerto dall’operazione.
EurJpy: situazione simile al UsdJpy per quanto riguarda il suo cross principale, con i livelli di riferimento che passano per 132.20 come resistenza, 132.35 che se rotto potrebbe portare ad estensioni verso 132.70 e 131.70 come prima area di terget in caso di correzione.
GbpUsd: gli acquisti di dollari che stiamo notando stamattina hanno spinto il mercato verso i minimi di breve periodo, rappresentati dall’area di 1.6040. Sotto di essi (come sull’euro è possibile pensare ad acquisti per rimbalzi tecnici di breve con stop e reverse sotto l’area vista) è possibile puntare nuovamente a 1.6000, con un primo ostacolo a 1.6025, mentre per assistere a ripartenze importanti dobbiamo attendere la rottura dei massimi di stanotte, raggiungibili in caso di superamento dell’area di 1.6100.
AudUsd: confuso il quadro tecnico del dollaro australiano, che dopo una divergenza ribassista formatasi su un grafico a 4 ore e ben contenuta dalla media a 21 potrebbe procedere con rotture foriere di volatilità. I livelli principali da tenere sotto controllo risultano essere 0.9465 e 0.9415, oltre i quali è possibile attendersi accelerazioni nell’ordine dei 30 punti.
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