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Mercati snobbano alert recessione, fari sui banchieri centrali

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Le paura di una recessione sono per il momento messe da parte dai mercati. E i fari degli investitori sono puntati su due banchieri centrali di punta. Mark Carney e Jerome Powell dovranno rispondere in giornata a delle domande sulla loro politica monetaria e sullo stato dell’economia inglese e americana. I due paesi attraversano momenti molto diversi fra loro, con gli Stati Uniti sicuramente più in salute.

Il governatore della Banca d’Inghilterra prenderà la parola dinanzi alla commissione del Tesoro alle 11 di mattina italiane. Dovrà rispondere sull’ultimo report sull’inflazione, in cui le previsioni di crescita del paese sono state riviste decisamente al ribasso. Nell’analisi si dice anche che una Brexit senza accordo (“no deal”) causerebbe una recessione. La recessione Usa non dovrebbe invece essere dietro l’angolo. Secondo gli economisti è probabile, ma non prima del 2021.

I timori legati alla Brexit stanno pesando sui listini azionari mentre l’idea di uno slittamento dell’attivazione dell’articolo 50 – prevista per il 29 marzo – favorisce la sterlina. Sul Forex la divisa britannica sale oggi ai massimi di quattro settimane rispetto all’euro. Il livello di 1,158 euro raggiunto non è distante dai massimi di 10 mesi. La sterlina si sta rafforzando anche sul dollaro: è in rialzo di mezzo punto percentuale a quota $1,315, livello che non raggiungeva dalla fine del mese scorso.

Un’altra paura dei mercati è legata all’ammontare dei debiti accumulati di privati. L’OCSE, l’organizzazione dei paesi più ricchi al mondo, ha lanciato un avvertimento ieri: i debiti delle aziende sono oggi pari a 4,5 volte il PIL della Francia a 12.950 miliardi. In caso di brusca frenata dell’economia, scenario che l’FMI prevede si avveri, le imprese non riusciranno a rimbordsare le somme che hanno chiesto in prestito ai mercati. Vorrebbe dire assistere a una serie di fallimenti a catena. I bond vengono difatti spesso comprati da investitori istituzionali, che sono di solito pronti a sbarazzarsi di titoli rischiosi al primo segnale di preoccupazione.

The pound vs the euro over the last 12 months