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Mercati, spettro no deal Brexit fa visita a Westminster

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Oggi lo spauracchio di una Brexit senza accordo, lo scenario reputato catastrofico dalla stragrande maggioranza di economisti e politici, si reca a Westminster. Dopo che la Camera dei Comuni ha bocciato nettamente il deal della premier Theresa May, il parlamento britannico si esprimerà sulla possibilità di una Brexit no deal. Se nemmeno questa ipotesi sarà approvata, il 14 marzo si voterà sullo slittamento dell’articolo 50. È l’opzione che viene data come più probabile dagli analisti e quella auspicata dagli investitori dopo l’umiliazione di May della vigilia.

I mercati infatti, fa sapere Amundi, non scontano l’eventuale scenario no deal. L’impatto sarebbe negativo per l’azionario europeo e per la divisa britannica. Dopo che le speranze di un accordo si sono infrante contro il muro del parlamento (e del backstop irlandese), la sterlina ha perso terreno sul Forex. I trader confidano nel buon senso e responsabilità dei parlamentari. L’UE è favorevole a un rinvio della Brexit, ma solo se questo sarà a lungo termine per aprire la strada a un secondo referendum. Prima del voto il governo fornirà nuove informazioni su quello che potrebbe succedere in caso di no deal agli scambi commerciali e alla dogana tra le due Irlande.

In caso di no deal il governo britannico ha annunciato che azzererà i dazi sull’87% dei beni importati nel Regno Unito. Si tratterebbe di una misura temporanea di emergenza per evitare uno shock dei prezzi da £9 miliardi a aziende e consumatori. I dazi saranno applicati ad alcuni prodotti, tuttavia. Come per esempio manzo, maiale, agnello e alcuni latticini. È un modo per aiutare gli agricoltori e i produttori di alimentari che sono stati protetti dai dazi ai beni UE” in passato. L’annuncio viene definito una “liberalizzazione modesta” dei dazi. Il cui obiettivo è quello di ridurre al minimo i problemi per le aziende ed eventuali impennate dei prezzi nei supermercati.