Legnano – A prevalere nella giornata di contrattazioni di ieri sono state ancora una volta le vendite, o per meglio dire, gli acquisti di dollari contro le altre maggiori valute, con una correlazione molto precisa con l’azionario ma più controversa con le materie prime e tra poco analizzeremo il perché.
A dominare la scena ancora l’effetto elezioni americane con la vittoria del Presidente Obama, meno gradito dagli operatori finanziari, che dovrà affrontare temi molto scottanti di politica economica quali il gigantesco debito pubblico federale e l’ormai famigerato fiscal cliff che incombe come una spada di Damocle e che potrebbe verificarsi il prossimo Gennaio rischiando di trascinare in recessione pure la prima economia mondiale.
Certo, i ribassi sono stati meno importanti rispetto a quelli di mercoledì ma si è comunque evinta la volontà del mercato di andare a caccia di supporti, talvolta violandoli, come è stato il caso dei cambi eur/usd e aud/usd piuttosto che degli indici americani ai minimi da oltre tre mesi.
Più ambiguo il quadro delle commodities, con il petrolio che sostanzialmente si è mosso in lateralità, e soprattutto dell’oro che ha smentito ancora una volta la correlazione che lo riguarda da diversi mesi: se infatti, nelle fasi di avversione al rischio veniva anch’esso venduto a beneficio del green back, ieri invece è stato fortemente interessato dagli acquisti nell’incertezza di quello che potrebbe essere un fatto sporadico oppure una nuova tendenza in atto che lo vedrebbe ritornare al suo storico ruolo di asset rifugio in momenti di panico.
Nella sottostante sezione tecnica, tuttavia, approfondiremo la dinamica di prezzo specifica del metallo giallo. Altro fatto degno di nota è stato il meeting di ieri della Banca Centrale Europea che ha lasciato, come previsto, invariato allo 0,75% il tasso di rifinanziamento pronti contro termine. Il tasso sui depositi e il tasso marginale, sono anch’essi rimasti rispettivamente a quota zero e 1,50%.
Dalla Press Conference successiva tenuta dal Presidente Mario Draghi non sono inoltre emersi contenuti particolari e anzi, il Banchiere Centrale è apparso fin troppo dovish ed evasivo alle domande dei giornalisti su OMT (acquisto illimitato di bond di apesi in difficoltà) e LTRO (gli oltre mille miliardi di prestiti alle banche), confermando le condizionalità a cui è soggetto il primo e specificando che non vi sono state richieste formali dei paesi, e ritenendo il secondo argomento non pertinente in quella sede. Come conseguenza il mercato non si è certo scaldato per questo e la volatilità immediatamente successiva è stata piuttosto scarsa.
Vale la pena, in ultimo, fare cenno ai dati sulla Cina di questa notte che hanno visto l’inflazione in calo ma la Produzione Industriale e le Vendite al Dettaglio migliori delle attese, laddove proprio ieri si è riunito il Partito Comunista alla guida del gigante asiatico per la costruzione del Nuovo Governo. Gli effetti non si sono fatti attendere sul mercato valutario, ovviamente su dollaro australiano e dollaro neozelandese, che ora andiamo ad approfondire.
EurUsd
Dopo il pesante storno di mercoledì, il cambio principe ha nuovamente provato a rompere con forza l’importantissimo supporto di 1,2750 con un tentativo che tuttavia non è andato oltre un minimo a 1,2720. Prese di profitto unite a pattern tecnici quali divergenze rialziste sia sul grafico orario che su quello a 4 ore gli hanno consentito di correggere e di portarsi sulla resistenza di breve posta a 1,2775, che potrebbe rappresentare il punto di partenza per un ritorno verso l’1,2815. Un perforamento dei minimi di ieri costituirebbe invece un altro duro colpo per il cambio che non troverebbe ostacoli fino al supporto di 1,2635.
UsdJpy
Pesante è stato invece il ribasso che ha riguardato dollaro/yen, interessato da una ben conformata divergenza ribassista su un grafico giornaliero che lo ha portato a violare l’importante supporto di 79,64 nonché la media a 200 periodi sul medesimo time frame. La price action si scontra ora con la trendline rialzista tracciata a cominciare dai minimi di metà settembre, che potrebbe essere superata in virtuù della flag ribassista ben visibile sul grafico orario che porterebbe come punto di approdo teorico al prezzo di 79.
EurJpy
La relativa forza di yen si è evinta anche contro l’euro, portando il cross dapprima a violare la media a 200 periodi sul grafico daily e poi il supporto statico importantissimo posto a 101,60. Laddove perdurasse lo scenario attuale di rapporti di forza tra le due valute è verosimile parlare di pullback proprio sul livello sopra citato per un retest dei minimi a 101 e target a 100,30. Sopra 102,20 potremmo invece tornare rialzisti.
GbpUsd
Cambio molto volatile ieri il cable, anch’esso interessato dal meeting della Bank of England che ha tuttavia lasciato il tasso di riferimento invariato così come il piano di Quantitative Easing. Sulla news, per quanto avara di soprese, si è innescato un movimento al rialzo in grado di riportare il cambio a testare la soglia di 1,60 sulla manifestazione di una bella divergenza rialzista osservabile su un grafico a 4 ore. Diventa proprio questo livello quello fondamentale per capire la prossima evoluzione, probabilmente improntata a un fisiologico ritracciamento in area 1,5970.
AudUsd
Forti acquisti di dollaro australiano si sono avuti questa notte alla release dei dati positivi sulla Cina, a cui sappiamo essere fortemente legata la quotazione della divisa oceanica. Dopo la violazione decisa di 1,04 sembrava poterci essere ancora spazio verso quanto meno 1,0370, ma questa previsione è stata smentita dla movimento delle scorse ore volto a riprendere la reistenza in area 1,0440. 1,0480 il potenziale prossimo livello al rialzo.
XauUsd
Come accennato in apertura, l’oro è tornato a de correlarsi per riacquisire lo status di bene rifugio in fase di avversione al rischio dapprima rompendo al rialzo la fase congestiva a 1721 e poi la resistenza statica a 1730. Quella attuale potrebbe rappresentare una possibile area di acquisti per tornare ai livelli di medio periodo in area 1750, con correzioni che per essere tali non dovrebbero trascinare il prezzo oltre appunto il 1730.
USOil
Anomala la price action del petrolio che, seppur con la sua consueta volatilità, si è mosso all’interno di una fase laterale delimitata inferiormente da 84,30 e superiormente da 85,65. Indicativa per le prossime ore potrebbe essere la divergenza rialzista sul grafico a 4 ore con potenziale target verso il primo livello di resistenza a 87,45.
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