Economia

Merkel favorita per presidenza Commissione UE

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L’asse franco-tedesca si rafforzai vista delle elezioni europee e come scrive Marco Zatterin su La Stampa, non appena le urne saranno chiuse e i risultati noti, i leader delle famiglie più forti del Parlamento europeo – popolari, socialdemocratici, liberali e verdi – daranno il via al grande valzer delle europoltrone.

Prenderà la parola Manfred Weber, «candidato di punta» di casa Ppe, ovvero dello schieramento che, salvo cataclismi, il 26 maggio risulterà il più votato del continente. Chiederà d’ essere indicato alla guida della Commissione Ue (…) Timmermans (Pse) e Verhofstadt (liberali e, se funziona, macroniani), che diventano presidenti dell’ Europarlamento per due anni e mezzo a testa, ovvero per mezza legislatura.

L’alleanza tra Macron e Merkel potrebbe giocarsi sulla Bce per cui il presidente francese pensa a Villeroy de Galhau, dando in cambio  Commissione o Consiglio a un pupillo di Angela Merkel o alla stessa cancelliera.E L’Italia? Resterà a bocca asciutta, “vedrà solo la polvere a cui s’è autodestinata” scrive Zatterin. Anche sul dopo Draghi sembra che Roma sia fuori dai giochi. Il 31 ottobre scade il mandato di Mario Draghi, e a quella poltrona aspirano almeno in tre: il governatore della Bundesbank Jens Weidmann, il collega francese Francois de Galhau e il finlandese – ed ex commissario europeo – Olli Rehn. Come scrive Alessandro Barbera sul quotidiano torinese, a decidere non saranno i curriculum, bensì i rapporti di forza all’ interno del Parlamento di Strasburgo e la determinazione dell’ asse Merkel-Macron a condizionarli.

 Dalla scelta del nuovo governatore dipende la permanenza o meno di un italiano nel board dell’ istituzione. Roma ha ottime ragioni per sostenere il francese o il tedesco, pochissime per il candidato finlandese (…) Una cosa è certa: se la scelta per Francoforte cadrà sul tedesco o sul francese, allora uno dei due attuali membri del comitato esecutivo dovrà dimettersi e la poltrona rimasta vacante andrà all’ Italia. Se viceversa la scelta dovesse cadere su Rehn o sul governatore di un altro Paese fra i più piccoli (i bookmaker quotano anche l’olandese Knot e l’ austriaco Nowotny) allora per l’ Italia sarà un guaio.