Società

Mes: la maggioranza degli italiani è contraria, in ogni sua forma

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Nonostante la decisione del governo italiano di sciogliere le riserve sulla riforma del Mes (ossia il fondo salvastati) la maggioranza assoluta degli italiani si dice ancora contraria all’adesione dell’Italia a questo fondo.

Mes, cosa ne pensano gli italiani

Secondo una rilevazione condotta da Termometro Politico fra l’8 e il 10 dicembre (2.300 interviste con metodo Cawi), il 52,1% degli italiani è contrario all’adesione italiana al Mes in ogni sua forma, compresa quella dedicata al finanziamento delle spese sanitarie per la crisi-Covid. E’ bene chiarire che l’Italia aderisce al Mes sin dalla sua fondazione nel 2012. Oggi, l’alternativa è appoggiare la sua riforma oppure mantenere il Mes nella configurazione attualmente in vigore (qui il nostro approfondimento). Al contrario, non è mai stata in discussione l’adesione dell’Italia al Meccanismo europeo di stabilità.

Proseguendo sulle evidenze della rilevazione: il 22,4% degli intervistati si dice favorevole solo al Mes nella forma light per le spese sanitarie, mentre un altro 21,4% è favorevole al Meccanismo in entrambe le sue forme.

Recovery Plan, molti gli scettici sui fondi alla parità di genere

Parallela alla questione Mes, si inserisce anche la definizione dei progetti da presentare all’Ue per i finanziamenti del Next Generation Eu. I cosiddetto Recovery Plan del governo ha individuato nella  digitalizzazione, transizione ecologica, infrastrutture, istruzione, parità di genere e sanità le sue priorità.
Termometro Politico ha chiesto agli intervistati se sono d’accordo sul fatto che questi siano i temi più importanti del momento. A concordare con l’agenda del governo Conte è il 34,7% del campione, mentre il 25,4% ha espresso un parere contrario. “In mezzo è emerso, a sorpresa, un amplio 31,3% di persone che non considera la parità di genere una priorità su cui investire”, ha commentato Termometro Politico.

Le intenzioni di voto

Mentre il consenso del presidente del Consiglio prosegue il suo trend discendente (non si fida del premier il 61% degli intervistati, contro il 60,4% registrato una settimana fa) la Lega si mantiene il primo partito con il 25% delle intenzioni di voto.
In successione, il Pd (20,3%), Fratelli d’Italia, che guadagna mezzo punto e sale al 16,4%, il M5S che cresce di tre decimi al 14,5%, Forza Italia data al 6,2%, Italia Viva e Azione (3,2% ciascuno) e La Sinistra è stabile al 3%.