Il governo ha trovato sul reddito di cittadinanza un inaspettato sostenitore, l’amministratore delegato di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina. A colloquio con La Stampa, dalla cornice del World Economic Forum in corso a Davos, il manager ha definito la bandiera del M5s come “un segnale nella direzione positiva contro le diseguaglianze”.
Infatti, “in tutti i grandi Paesi occidentali c’è una componente fortissima di diseguaglianza nella distribuzione della ricchezza. In Italia negli ultimi anni le esigenze delle fasce più indebolite sono state trascurate da chi guidava il Paese”, ha detto Messina, “un errore che ha inciso sul risultato elettorale”.
Ma nel merito della misura, Messina non è entrato, sostenendo che i contenuti “si possono condividere o meno”, ma che la manovra economica ha tentato d’intervenire su queste diseguaglianze.
La lotta sul deficit, protrattasi per settimane con la Commissione Ue ha fatto salire lo spread, ma secondo il ceo di Intesa, al netto di “una comunicazione sbagliata” da parte dell’esecutivo, il differenziale Btp-Bund, è “scorrelato dai fondamentali” dell’economia. Ragione per cui, ai colleghi dell’élite economica riunita a Davos, Messina avrebbe lanciato il messaggio “Comprate Italia”, un Paese “dai fondamentali molto forti”. Compreso il debito pubblico, ritenuto sì “immenso”, ma anche “sostenibile”.
Sul fronte bancario, Messina sprizza ulteriore ottimismo. “La quota di mercato di Carige è meno dell’1% nel Paese, com’è possibile preoccuparsi di qualcosa d’importanza trascurabile nel contesto italiano?”, ha dichiarato rispondendo a Bloomberg sul possibile impatto sistemico di una crisi di Carige. “E in ogni caso ci può essere la soluzione della nazionalizzazione”.