Gli ultimi attacchi terroristici nel cuore dell’Europa, da Parigi a Bruxelles, hanno evidentemente lasciato il segno, se si pensa che soltanto un europeo su cinque è in disaccordo con il divieto temporaneo di ingresso imposto dal governo Usa ai cittadini di sette paesi di fede musulmana. In Italia la percentuale di intervistati nel sondaggio di Chatham House favorevole al bando è del 51%.
Significa che oltre la metà degli italiani sta con Donald Trump nella sua campagna di lotta all’immigrazione, pur violando questa alcuni diritti e principi umani di base. Una settimana fa, citando l’illegittimità dell’istanza, alcuni procuratori dei singoli Stati americani – per primo quello dello Stato di Washington, seguito poi dal Minnesota – hanno ottenuto dai giudici il congelamento dell’ordine esecutivo firmato dal neo presidente. Ora probabilmente la battaglia legale si sposterà alla Corte Suprema.
In Europa è stato l’ex leader del partito inglese anti europeista dell’UKIP, Nigel Farage, il primo a citare l’esito del sondaggio dal titolo “Cosa pensano gli europei dell’immigrazione di musulmani”. Lo ha fatto simbolicamente in un intervento al Parlamento europeo.
Le interviste in dieci Stati europei sono state condotte dal gruppo di ricerche prima che Trump annunciasse il controverso ordine esecutivo (per ovvie ragioni commerciali ed economiche Trump non ha per esempio vietato l’ingresso ad Arabia Saudita o Egitto, paesi da cui provengono gli autori di attenti nel suolo americano, e nemmeno Paesi degli Emirati del Golfo o Libano) e prima di vedere il polverone che la legge ha sollevato. Dei sette paesi nei confronti dei quali sono state imposte le restrizioni – Iraq, Iran, Yemen, Libia, Siria, Somalia e Siria – nessuno ha dato i natali a un cittadino che si sia reso colpevole di un attentato terroristico negli Stati Uniti.
Negli Stati Uniti un presidente puo’ firmare un ordine esecutivo anche senza passare dall’autorità legislativa parlamentare, ma poi la legge puo’ essere ribaltata o annullato per vie legali dai singoli Stati o anche dalle cause intentate da cittadini o paesi stranieri. Farage ha posto l’accento sul fatto che solo il 20% del campione degli europei interpellati desidera che l’immigrazione dai paesi musulmani continui.
Sondaggio: come si è svolto e i risultati mostrati
Agli intervistati è stata consegnata un’affermazione “Tutti gli ulteriori flussi migratori da paesi a maggioranza musulmana dovrebbero essere fermati” alla quale hanno dovuto esprimere un parere contrario o favorevole. In media il 55% si è detto favorevole, il 25% non ha voluto esprimere un’opinione definitiva, mentre il 20% si è trovato in disaccordo.
In otto paesi su dieci la maggioranza ha dichiarato di essere d’accordo con una politica del genere. Le percentuali sono state del 71% in Polonia, del 65% in Austria e del 53% in Germania. In Italia è stata del 51%, nel Regno Unito del 47% e in Spagna del 41%. In nessun paese la percentuale dei contrari ha superato la soglia di un terzo (al massimo si è arrivati al 32%).
Il 55% del campione è contrario a nuovi arrivi di migranti musulmani, a prescindere dai motivi che li spingono a cercare di scappare dalla loro patria, come guerre o repressioni politiche, mentre il 20% è favorevole invece ad accogliere altri rifugiati e migranti provenienti da paesi di fede islamica. Di seguito si possono consultare i risultati paese per paese.